Madri pentite: “Odio essere madre ma amo mia figlia”, le parole della fondatrice del movimento rompono gli stereotipi sulla maternità

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By Caterina Stabile

Karla Tenório, attrice, scrittrice e madre di una bambina di 10 anni si è fatta portavoce di un malessere comune a molte donne, fondando il movimento “madri pentite”, una sorta di coalizione solidale delle donne che come lei pur amando i propri figli hanno dei problemi a vivere il ruolo genitoriale.

Una presa di coscienza che Karla Tenório rivendica e condivide con coloro a cui non piace essere madre, e che si sentono in colpa a causa della maternità. La fondatrice del movimento “madri pentite” ha confessato di aver avviato questa iniziativa per condividere la sua esperienza personale: “Mi ci sono voluti dieci anni per uscire allo scoperto perché mi sembrava di essere l’unica, ma non è così”.

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Karla ha spiegato di aver odiato l’essere madre sin da subito – da quando la “testa di mia figlia è uscita durante il parto” – anche perché si è decisa a diventare madre spinta dal desiderio del suo compagno, senza esserne convinta. Così si è trascinata dietro il suo malessere, legato alla forte pressione che ha sentito addosso che le ha causato un grande disagio: Karla ha detto di aver vissuto una sorta di repulsione per il ruolo genitoriale.

Odio essere madre ma amo mia figlia

Karla Tenorio: volto e voce del movimento “madri pentite”

Nel 2017, Karla Tenorio ha incontrato un gruppo di donne che la pensava proprio come lei, e che come lei odiava la maternità come concetto, nonostante l’amore per i figli. Grazie al sostegno delle altre madri pentite ha creato un account Instagram chiamato Madre pentita (profilo @maearrependida), che con il tempo è diventato un movimento in rappresentanza delle madri in difficoltà: coloro che vivono con questa difficoltà.

Un’iniziativa che ha ottenuto non solo consensi, ma anche tanti commenti negativi e polemiche. Infatti non tutti gli internauti hanno condiviso la sua decisone di voler abbattere gli stereotipi legati all’essere madri, ammettendo pubblicamente che non è la cosa più bella del mondo, e che per essere delle buone madri bisogna sacrificarsi per i figli ed il loro benessere. La scrittrice si oppone quindi al concetto di maternità come totalizzante, non accettando l’equazione donna uguale mamma, che finisce per creare disagi di diverso genere e molta frustrazione.

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“Nella nostra società siamo figli e nipoti di tante mamme pentite. È necessario porre fine al lato romantico della maternità, che è molto dannoso per tutti noi, che provoca tristezza, depressione e morte” – le parole di Karla che mette in guardia le donne che non hanno ancora avuto figli per evitare che diventino come lei delle madri pentite.