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Chef stellato cerca personale per il suo ristorante: “Lo stipendio è alto, ma nessuno si presenta”, ecco quanto offre

Publicato da
Caterina Stabile

Le lamentele dei ristoratori, noti e non noti, come quelle di qualche chef stellato e dei proprietari di ristoranti sono all’ordine del giorno come documentato dallo sfogo di un ristorante toscano prestigioso, che ha reso noto che cerca personale ma non riesce a trovarlo, malgrado l’allettante stipendio offerto.

Dopo le denunce plateali firmate da Flavio Briatore ed Alessandro Borgese, che hanno fatto parlare a lungo l’opinione pubblica, si sono accodate tantissime altre lamentele sollevate da parte di ristoratori comuni, tra cui la recente lagnanza del ristorante Butterfly di Lucca che ha reso noto che nessuno fa richiesta di lavoro, e che quindi sono a corto di personale. Dopo la pandemia che per due anni ha messo in ginocchio l’economia nazionale continuano ad evidenziarsi segnali di crisi nel settore della ristorazione per via soprattutto della mancanza di manodopera.

Un resoconto amaro che si arricchisce della testimonianza personale di non pochi ristoratori come nel caso dello chef stellato Fabrizio Girasoli, titolare del prestigioso Butterfly che vanta un riconoscimento degno di nota: una stella Michelin. Il titolare sfogandosi con la stampa ha reso noto che cerca personale da tempo per il suo locale ma nessuno si presenta, così da mesi non può avvalersi delle figure professionali di un sommelier e mancano all’appello anche ruoli nel personale di sala. Lo sfogo accorato di Fabrizio Girasoli è arrivato alle colonne del Corriere della Sera che ha raccolto il suo grido di protesta.

La denuncia dello chef stellato che cerca personale per il suo ristorante

Offriamo un lavoro stabile, assicurato e ben retribuito, ma non ci sta scrivendo nessuno, se non poche persone senza qualifica. Ovvero che non hanno mai lavorato in un ristorante. Stiamo offrendo 1.900 euro al mese per il futuro sommelier del locale e 1.600 euro al personale di sala, ma nessuno sembra veramente interessato. […] Fino a pochi anni fa i curriculum piovevano a decine. Poi però qualcosa è cambiato” – queste le parole del ristoratore lucchese.

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Nel rintracciare le cause di questo vuoto a livello professionale il lo chef stellato e titolare del ristorante ha negato che possa dipendere da contratti e stipendi che sono sempre più rispettosi delle regole, con orari di lavoro più consoni e retribuzione degli straordinari. Anche l’imprenditore lucchese ha chiamato in causa la pandemia che ha radicalmente cambiato il modo di pensare e vivere, ma soprattutto, come molti colleghi, ha messo sotto accusa il reddito di cittadinanza che non incentiverebbe a cercare lavoro.

“Senza voler insegnare niente a nessuno, mi pare che una volta ci fossero giovani disposti a fare la gavetta, mentre oggi si vorrebbe tutto e subito. C’è gente che non vuole lavorare di domenica, altra che non vuol lavorare di sera: da noi un cameriere inizia il turno alle 16 e lo finisce verso mezzanotte. Se uno ha voglia di uscire e andare a ballare avrebbe tutto il tempo che vuole per farlo” – così ha concluso la sua arringa il proprietario del prestigioso locale lucchese.

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