Ha destato scalpore la presa di posizione di Corinne Maier, scrittrice, psicanalista ed economista francese. I bambini non portano la felicità, ha sostenuto la scrittrice in una intervista particolare proprio sul tema dell’infanzia.
Spesso, è il parere della Maier, avere figli e crescerli, è associato al concetto di felicità e realizzazione. Ma, a quanto pare, le cose non starebbero proprio così. Creò un vero e proprio caso un suo libro, all’inizio degli anni duemila, intitolato “Bambini, no grazie”. Quali sono le ragioni che spingono ad una presa di posizione come questa?
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Perché i bambini non sono sinonimo di felicità?
“Un bambino è considerato una garanzia di felicità, sviluppo personale e persino status sociale”, dice la scrittrice nell’intervista alla BBC. Per questo coloro che non vogliono avere figli, che rifiutano il legame tra bambino e felicità sono visti come egoisti, persone diverse. “Sentirsi appagati dalla maternità (o paternità) ora è quasi obbligatorio”, dice Corinne Maier nel suo intervento alla BBC. “Nella mia esperienza, la realtà è molto diversa: crescere un figlio è l’1% di felicità e il 99% di preoccupazione“.
Questa 57enne scrittrice di origine francese che vive a Ginevra, nel suo ragionamento tenta quindi di smontare l’equazione figli uguale felicità. Facendo leva anche sui suoi studi economici associa la scelta di avere figli a quella di costo e di grandi responsabilità. Se nelle epoche passate i figli erano una sorta di garanzia per la vecchiaia, con l’avanzare della modernità questo concetto non è più valido.
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L’autrice del best sellers “No Kid” aggiunge: ” Se non avessi avuto dei figli, sarei stata libera di girare il mondo con i soldi guadagnati dai miei libri. Invece sono costretta a rimanermene a casa, ad alzarmi alle 7 del mattino, a cucinare per tutti e a fare lavatrici.” In maniera molto diretta la Maier smonta quindi il binomio bambino uguale felicità.
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