Recitava bene Aristotele, quando esprimeva un concetto vero, semplice e molto spesso non seguito a dovere:
“I nostri sensi ci permettono di captare e capire il tutto come un insieme”.
Significa che quando decidiamo di volere aprire gli occhi, in senso ampio, riusciamo ad avere una visione chiara del tutto.
Non è facile, occorre avere coraggio, senso critico.
Occorre volerlo e il primo passo consiste nel vedere le cose e le situazioni per come sono e non per come vorremmo che fossero.
Tutto questo rappresenta un doveroso atto di dignità verso se stessi.
Il punto che occorre comprendere, riguarda la differenza sottile tra guardare e vedere, tra lasciarsi trascinare dalla routine e fermarsi per capire, analizzare e prendere magari decisioni.
In tutti gli ambiti, dal lavoro alle amicizie sino ai rapporti di coppia.
“La verità – ci ricorda un proverbio – galleggia sempre come una goccia d’olio in un bicchiere d’acqua, ma spesso facciamo finta di nulla, sopportiamo, inventiamo scuse, soprattutto a noi stessi, sino a quando non arriva un evento spesso doloroso a darci la sveglia.
Gli ostacoli più grandi li abbiamo all’interno delle nostre mentalità, sono schemi che prendiamo per buoni per compiacere, per conformismo, per mancanza di coraggio, per quieto vivere.
Per tutta una serie di ragioni che sicuramente saranno anche valide, ma che rappresentano delle bende che ci offuscano la visuale.
Uno studio, condotto da un team di psicologi, ha osservato che le persone che andavano in terapia a causa dei propri problemi di coppia, iniziavano il percorso di terapia con frasi tipo:
“Si, ci sono dei problemi, ma quando ritorna il sereno stiamo benissimo insieme”.
La dimostrazione di come si tenda ad evitare di andare sino in fondo, fermandosi alla superficie delle cose.
La via maestra per la serenità e, magari, anche per la felicità, è un atto di responsabilità verso se stessi.
È un percorso in salita, faticoso, a tratti anche pericoloso.
E non prevede scorciatoie, quelle che solitamente si tende ad imboccare per comodo. Ma, in questo caso è inutile poi andare dallo psicologo!
Il suggerimento di questo articolo è quello di ascoltare maggiormente il proprio intuito, di non metterlo a tacere sempre e solo con ragionamenti e spiegazioni razionali.
Anche se ascoltare noi stessi spesso ci mette davanti ad un bivio, sollecita decisioni che vorremmo evitare.
Il nostro istinto è grezzo, non utilizza metafore ambigue quando deve comunicarci qualcosa.
Può parlarci improvvisamente come il mendicante al lato della strada che invita a fare attenzione, o apparirci come colui che ci sprona ad andare avanti anche se occorre superare un burrone.
Non conosce mezze misure, non cerca il compromesso, non è suo compito farlo.
Il suo compito è parlarci in maniera semplice e chiara, poi sta ad ognuno scegliere se fermarsi a riflettere, magari cambiando i nostri comportamenti e la nostra vita, o metterlo a tacere.
L’errore di Icaro non è stato quello di tentare di avvicinarsi al sole, ma quello di scegliere i materiali sbagliati per farlo.
Aprire gli occhi significa questo, un atto di ascolto vero, senza mezze misure, e la scelta di comportamenti conseguenti. Anche meditati e non avventati, ma coerenti con il sentiero che si vuole imboccare.
È possibile riuscire ad ascoltare il nostro terzo occhio ed avere una visione sul tutto?
Si, lo è ed è accessibile a chiunque.
Basta volerlo e seguire alcuni semplici passaggi.
Trovare un luogo dove sentirsi rilassati, possibilmente evitando suoni, rumori, che attirino facilmente l’attenzione.
In questa fase, quella di tranquillità mentale, è facile arrivino improvvisamente tutta una serie di pensieri, immagini. Sono intrusioni che occorre lasciare andare.