Anche le persone più forti si stancano di essere ferite

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By Deborah Doca

È tempo di sfatare alcuni luoghi comuni, uno dei quali riguarda le persone riconosciute come forti, stabili.

Si crede, erroneamente, che questa categoria sia immune dal dolore e dalla sofferenza.

Cosi non è.
La persona che definiamo forte, è una persona che riesce ad avere un controllo sulle sue emozioni, che riesce a non farsi travolgere da queste, ma questo non significa che non le provi o ne sia priva.

Si stanca. Esattamente come gli altri, forse anche più degli altri, perché impiega maggior tempo a reagire.

Si stanca di essere sempre usata, manipolata, ferita. Non ha un cuore di piombo, non è immune dalla delusione, dal rammarico, dalla tristezza.

Solitamente si immagina una persona forte come un guerriero protetto da una potente armatura, solido, inattaccabile. Una persona che antepone la ragione ai sentimenti.

La resistenza e la forza che questo tipo di persona dimostra spesso, è una sorta di compromesso che instaura con il mondo esterno e con gli altri. Mantiene il controllo, si prodiga nell’aiuto, consente di appoggiarsi.

Di fronte, o accanto a soggetti così , il rischio è quello di considerarli inossidabili, instancabili, sempre pronti e reattivi.
Ma non è cosi, perché anche queste persone si stancano.

E quando accade significa che il livello di stanchezza ha raggiunto soglie difficilmente raggiungibili da persone considerate più fragili e meno resistenti.

In questa fase, quello che era considerato un guerriero, è all’angolo, spesso incapace di comprendere cosa è successo e, soprattutto, perché.

Fatica a recuperare il controllo sulle situazioni, come se fosse tutta e solamente, una questione di testa e di razionalità.
Non comprende che ha il cuore stanco, ed è questa la principale causa del suo logorio.

Quando la carica del cuore viene meno, anche il cervello dice basta.
Il fardello di compiti, responsabilità , oneri sino a quel momento vissuto con forza e decisione, diviene improvvisamente insopportabile.

Queste persone mettono se stesse sempre un passo indietro, antepongono a loro gli altri.
Familiari, amici, coloro che appaiono più vulnerabili, meno adatti a sopportare situazioni difficili. Soggetti che, spesso, finiscono per abituarsi ad avere accanto una persona forte.

La dinamica che scatta è paragonabile ad un soggetto sul tapis roulant.
Varia velocità, inclinazione, ma corre sempre, cambia passo, ma appare instancabile.

Poi, all’improvviso i crampi, una fatica totale. Non riesce più a compiere nemmeno un passo.
È il campanello d’allarme e in questa situazione non serve rallentare. Occorre fermarsi.

Occorre riprendere energie, equilibrio, motivazione ma, soprattutto, occorre volersi un po’ bene.

Capire che non si può essere inossidabili sempre e costantemente e che l’armonia è importante tanto quanto la tenacia.

Occorre imparare a dire “no”, ad essere meno disponibili, ad incoraggiare gli altri così come ci si incoraggia soli quando la salita è impervia e lo zaino pesante.

La vita non è una costante corsa per iron man, la vita è sicuramente anche una sfida e chi appare più forte è giusto che aiuti.
Ma sempre tenendo presente anche le ragioni e le emozioni personali.
Senza mai dimenticarle.

Importanti riflessioni da condividere!