Parlare di resilienza, oggi, rischia di apparire non tanto superfluo quanto inflazionato. Un termine spesso utilizzato, quella di resilienza, ma non sempre afferrato nel suo significato più profondo.
Prendiamo in prestito, allora, le parole di un personaggio vissuto a cavallo del 1800 e 1900.
William Butler Yeats è stato una delle personalità letterarie, e non solo, più influenti di Irlanda. Riposa a Drumcliffe, su un promontorio che guarda il mare accompagnato da queste parole “Getta un occhio intenso, Cavaliere, sulla vita e sulla morte e passa oltre “.
Volendola descrivere con enfasi letteraria la resilienza è racchiusa qui.
Cosa intendiamo, dunque, con la parola resilienza?
La capacità, individuale non di evitare problemi, situazioni stressanti, dolori; bensi di riuscire a gestirli e farne tesoro.
Lo scopo della resilienza è quello di insegnarci e forgiarci affinché tutto quello che è difficoltà non finisca per sovrastarci.
Siamo appena usciti da un evento improvviso quanto traumatico, quello della pandemia di coronavirus. Un evento che ha sconvolto le nostre vite con paure, dolore, purtroppo anche con la morte.
La resilienza, volendo parafrasare le parole di William Butler Yeats, è quello sguardo profondo, attento, non superficiale, in grado di farci capire la minaccia senza diventarne schiavi o vittime.
Essere resilienti non significa nascondere paure o angoscie.
Non significa far finta di nulla indossando un abito, quello della superficialità, che non consente di capire a fondo una situazione.
Praticare la resilienza significa riuscire a guardare in faccia la realtà, trovando al tempo stesso la forza per non esserne sovrastati e capaci, altresì, di immaginare il futuro.
Ma cosa significa essere resilienti?
Le caratteristiche principali:
1- Accettare la realtà così com’è;
2- Credere che la vita abbia un senso, uno scopo.
3- Sentire la capacità di migliorare ed il desiderio di metterla in pratica.
Accettare la realtà è il passo più importante.
Quante volte, proprio per non riuscire a compiere questo passo, si finisce per essere preda di paure e vere e proprie nevrosi?
La resilienza insegna che ogni evento, soprattutto quelli difficili, sono uno scalino verso una crescita personale che è parte di un percorso e di uno scopo.
Non riconoscere che ognuno di noi è parte di un disegno nel quale siamo chiamati ad essere protagonisti significa negare il senso della vita.
La persona resiliente ricerca quindi, non senza fatica, di percorrere il proprio viaggio e compiere la propria missione. Mantenendo un atteggiamento realistico, ma desiderosa di andare avanti, di immaginare e credere in un futuro migliore.
La resilienza insegna a far tesoro del passato e a volgere lo sguardo al futuro, ma vivendo il qui ed ora.
Quella condizione a cui nessuno sfugge, e che rappresenta la base per una vera crescita umana.
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