“È stato mio nonno a prendersi cura di me fino al suo ultimo respiro”.
Una bella e commovente testimonianza di un bambino alle prese con una realtà purtroppo sempre più frequente.
“Mio padre uscì di casa quando avevo solo pochi mesi e mia madre divenne responsabile del nostro cibo, delle bollette, delle nostre cure quotidiane, dei problemi della casa.
Mio padre decise di abbandonarmi perché la responsabilità non era “sua”, perché la sua libertà era molto più importante di noi e tutto andava bene.
Eravamo rimasti in tre contro il mondo. Per fortuna, mio nonno si prese cura di me. Sapeva che qualcun altro doveva insegnarmi come andare in bicicletta, aiutarmi a fare i compiti, leggermi le storie della buona notte.
Quando mio padre decise di abbandonarmi mio nonno sapeva che qualcuno doveva fare queste cose mentre mia madre lavorava per portare a casa i soldi.
Lo ha fatto con il cuore, lo ha fatto con tutta la nobiltà della sua persona, lo ha fatto con tutto l’amore che aveva dentro e che ha saputo trasmetterci.
Quando mio padre decise di abbandonarmi ho avuto la fortuna di avere un nonno così, con piccoli occhi scuri, ma profondi e pieni di amore. Mio nonno a cui non importava dare il meglio di sé senza ricevere nulla in cambio.
Mio nonno, l’uomo più fedele, nobile, sincero e attaccato ai suoi principi.
Quando mio padre decise di andarsene, lui rimase e si prese cura di me. E per questo non sento alcuna mancanza della figura paterna.
Mio nonno mi ha insegnato i valori della vita, come affrontarla, come essere forte, come diventare uomo. È stato il mio super eroe. Mi ha insegnato che non esistono ferite che non possano rimarginarsi, dolori che non possano diventare ideali di vita.
Quando mio padre decise di abbandonarmi ho avuto la fortuna di avere un nonno così”.
Fonte: Nation
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