Mangiare le unghie è un gesto tanto ripetitivo quanto studiato da psicologi, terapeuti. Oggetto di approfondite ricerche.
Ed ecco che tra le ultime condotte, una in particolare è arrivata a sovvertire il pensiero comune sulla causa di questa abitudine.
Infatti, secondo il Dott. Kieren O’Connor, direttore del team di studio, l’origine del mangiare le unghie rivela un tratto specifico della personalità, Quale? La tendenza al perfezionismo.
Il perfezionismo genera, come sappiamo, insoddisfazione, frustrazione, infelicità.
“Riteniamo che le persone con questi comportamenti ripetitivi possano essere perfezionisti, osserva il Dott O’Connor, persone incapaci di rilassarsi e pertanto inclini alla frustrazione”.
Mangiare le unghie, la ricerca pubblicata
Come riportato dal Journal of Behavior Therapy e Experimental Psychiatry, lo studio sul fenomeno di mangiare le unghie è stato analizzato su decine di soggetti.
Quando chiamati a svolgere attività organizzative che prevedevano impegno e concentrazione, ecco che veniva fuori l’abitudine di mangiare le unghie.
Semplificando, un perfezionista, nelle fasi organizzative, tende ad una eccessiva pianificazione. Ad un super lavoro. Vorrebbe che tutto fosse veloce, perfetto e subito realizzabile. Ma sappiamo bene che non funziona così.
Mordere le unghie aiuta i perfezionisti a sentirsi meno frustrati nel presente. Come previsto, aiuta a liberare parte di quella energia repressa.
Tuttavia, questa soddisfazione non dura a lungo in quanto viene rapidamente sostituita dal dolore e dall’imbarazzo per la mancanza di perfezione.
Le caratteristiche di una personalità che tende al perfezionismo:
- Pensa solo nei termini del tutto o niente”, “bianco o nero”.
- È molto severo con se stesso.
- Quando non raggiunge un obiettivo, diventa depresso.
- Anche quando raggiunge un obiettivo, il successo non è sufficiente per renderlo felice.
- Non inizia mai un progetto fino al momento “giusto” – che spesso non sembra arrivare.
Le conseguenze del mangiare le unghie
La parte finale della ricerca è andata quindi a focalizzare l’attenzione sulle conseguenze del mangiare le unghie, Ne ha sottolineato quegli aspetti che invitano alla riflessione.
Infatti, questa abitudine, oltre a provocare una sorta di imbarazzo legato alla deformazione dell’unghia, provoca infezioni. Addirittura indebolimento dei denti.
Il continuo rosicchiare e mordere provoca usura specie degli incisivi, e un danno permanente allo smalto dentale.
Mangiare le unghie in maniera continuativa è altresì causa di infezioni alle gengive e persino di alitosi. Questo a causa dei batteri che vengono portati all’interno del cavo orale.
“Nello specifico, l’onicofagia, questo il nome della patologia, può portare al danneggiamento dell’iponichio, la porzione di pelle posta alla base e ai lati dell’unghia.
Questo può portare a una maggior suscettibilità ad agenti batterici o virali . È inoltre ad essa correlata la patologia dentale e può portare a malocclusione e danno gengivale e può facilitare il trasporto di microbi dall’ano alla bocca.
L’ingestione dei residui ungueali può provocare anche danni gastrici. La persistenza del disturbo negli anni può, in taluni casi, comportare una deviazione e deformazione delle dita.”
(Fonte: wikipedia )
Alcuni consigli
La parte conclusiva della ricerca segnala alcuni suggerimenti utili per le tante persone che hanno questo tratto abituale nella propria personalità.
Per prima cosa occorre valutare il personale grado di perfezionismo e, nel caso, alleggerire questa tendenza. Abbiamo visto come sul lungo periodo danneggia la propria salute.
Ecco che rispondere con molta franchezza alla domanda se spesso ci si sente insoddisfatti dopo l’esecuzione di un lavoro, aiuta a definire meglio il proprio pensiero.
Mangiare le unghie è un atto di rabbia e ribellione contro la propria persona. Un gesto che manifesta disappunto verso il proprio operato.
Quindi il suggerimento di imparare ad amare i propri piccoli dieci amici, le unghie appunto, diventa il modo di concentrare l’attenzione su se stessi.
Cominciare ad essere buoni nei confronti delle proprie unghie, a rapportarsi con esse come se fossero amici, sviluppa un atteggiamento più tollerante e meno intransigente.
Porta cioè a sviluppare quel riconoscimento della bontà dell’impegno e dello sforzo a prescindere dal risultato finale.
Infine il consiglio più importante: se correttamente gestito, il perfezionismo può essere uno stimolo al miglioramento e non la causa di frustrazione e infelicità.
Un invito alla lettura: