Sono tante le persone care che, purtroppo, ci hanno dovuto lasciare.
Malgrado questo il loro ricordo è ancora vivo nel profondo del nostro cuore, come ancora vivo è il dolore di quelle assenze che sembrano tormentarci, poiché abissi di dolore nella nostra memoria.
Di quali assenze parliamo?
Si tratta di quelle persone che ci hanno dovuto lasciare, senza avere avuto nemmeno il tempo di dire ” ti amo ” o anche solo “mi dispiace.”
Come potete ben immaginare, questa non può che essere vissuta come una vera e propria angoscia, che può rendere davvero difficile il processo di elaborazione del dolore.
Purtroppo c’è sempre una fine a tutto.
C’è chi pensa che la fine di questa vita dovrebbe essere vissuta come un addio, detto alla stazione, su di un treno.
Dove si ha il tempo di avere una conversazione con chi sta per partire.
Dove ci si può dare un ultimo abbraccio, con la convinzione che tutto andrà bene.
Nulla di tutto ciò è possibile, in questi casi.
Chi ci ha lasciato, però, può continuare a vivere in ogni battito del nostro cuore: riposa nella nostra mente e ci dà la forza necessaria per vivere ogni giornata con un sorriso …
Il dolore per la perdita di una persona cara è uguale per tutti?
Anne Morrow Lindberg, famosa scrittrice e aviatrice degli inizi del XX secolo, ha spiegato nella sua biografia, come il dolore, a differenza di come molti pensino, non sia universale.
La sofferenza è qualcosa di così personale e profondo che solo il singolo individuo può davvero comprenderlo, affinché possa iniziare un lento processo di ricostruzione interiore.
Si va via così, dunque, senza alcun preavviso e di questo bisogna prenderne atto, quanto prima.
Chi ci ha lasciato senza chiedere il permesso né dire addio
Spesso si dice che l’unico aspetto “positivo” di una malattia terminale è che, in qualche modo, consente alla persona di abituarsi e prepararsi all’ultimo saluto.
Tuttavia, per quanto una famiglia possa essere “preparata” ad un distacco di tale portata, spesso, lungi dal sentirsi alleviata, vive quest’esperienza in modo traumatico.
Coloro che ci hanno lasciati, senza chiedere il permesso, né dirci addio sono, senza dubbio, le assenze che rendono più difficile il processo di elaborazione del dolore, caratterizzato dalle 5 tappe del modello Kübler-Ross.
Cosa si prova inizialmente?
All’inizio è normale poter provare sentimenti di incredulità e di rifiuto, fino ad arrivare, nel peggiore dei casi, ad uno stato di disorganizzazione vitale, segnato da una grande rabbia o depressione.
La scomparsa inaspettata di una persona cara è molto di più di un intenso impatto emotivo.
Tale perdita può poter lasciare dunque molte questioni in sospeso, parole non dette, rimpianti e un disperato bisogno di poter dire, per un’ultima volta, la parola “addio”.
Le risposte a tutto questo, però, le possiamo trovare solo dentro di noi: è proprio li che dovremmo rifugiarci, durante questo delicato periodo di tempo, per riuscire a ritrovare la calma, il sollievo e l’accettazione di cui abbiamo bisogno.
Come affrontare la perdita di una persona cara quando non abbiamo potuto dirle addio
Sappiate che la “scomparsa di una persona ” non è mai del tutto reale, non è mai del tutto autentica.
L’unico modo, infatti, per perdere per sempre una persona è l’oblio, la dimenticanza.
Ma ogni persona, come abbiamo detto, vive il dolore in modo diverso.
Non tutti abbiamo gli stessi tempi o utilizziamo le stesse strategie.
Eppure questo dolore, che sembra quasi paralizzarci sin da subito, che ci toglie il respiro e ci scombussola l’anima durante i primi giorni, settimane o mesi, finisce sempre per affievolirsi.
Perché, anche se crediamo non sia possibile …si può sopravvivere.
Impara a dire addio a chi non ce ne ha dato la possibilità
Chi ci ha lasciato con tante domande senza risposta, tante parole non dette e senza dirci quell’addio di cui avevamo bisogno, non tornerà.
Questa è una verità che dobbiamo saper affrontare e accettare.
Come riuscirci?
Provate a pensare che quella persona vi amava e che tale amore era reciproco.
Evitate di incentrare i vostri pensieri al giorno della sua perdita, pensate a quei momenti di felicità ed entusiasmo che avete condiviso.
È proprio lì che si trovano le risposte alle vostre domande: quella persona sapeva che l’amavate.
Scrivete una lettera con tutto ciò che avreste voluto dirle o se preferite, per sentirvi maggiormente sollevati, parlatele mentalmente o ad alta voce.
O ancora, visualizzate un momento di armonia condiviso insieme a lei, un momento di pace e felicità, dove sorridevate.
Se preferite, ripetete questo esercizio più volte, quando ne sentite bisogno.
Tuttavia, è opportuno, che voi possiate condividere del tempo anche con altri familiari e amici, i quali, senza dubbio, sapranno darvi le risposte di cui avete bisogno.
Vi convinceranno che, anche se non avete potuto dire addio a quella persona, questa sapeva molto bene quanto l’amavate.
Tutto passerà.
La ferita provocata da questa perdita, da questa assenza così dolorosa e inaspettata, con il tempo si cicatrizzerà.
Anche se si tratta di vuoti che non dimenticherete mai, poiché, che ci crediate o no, è davvero possibile riuscire a superare quest’immenso dolore.
Il nostro cervello è “programmato” per poter vincere qualsiasi avversità, a causa di quell’istinto innato che ci fa andare avanti, sempre e comunque.
Per sopravvivere.
Per questa ragione, è sufficiente prendersi cura di se stessi allo stesso modo in cui si restaura un delicato oggetto di porcellana rotto.
Solo così potremo riuscire ad unire di nuovo quei bei ricordi, che onorano la persona amata, con quella sostanza di cui sono fatti gli amori che non si dimenticano mai.
Con l’affetto sincero e quell’eredità emotiva, per essere sempre più forti e più coraggiosi nel nostro domani.