Una lettera simbolo quella che pubblichiamo, scritta da chi tenta sino all’ultimo di tenere in piedi una relazione, non si arrende alla prima difficoltà, ma poi, esaurita la pazienza, senza tante scene decide di staccare la spina.
Oggi il mondo delle relazioni , soprattutto quelle sentimentali, oscilla paurosamente tra due estremi.
Da un lato un’ eccessiva disponibilità, figlia anche di un modo di concepire la vita che vuole una persona sola come strana, diversa.
Come se la patente dell’accettazione sociale passasse attraverso un compagno o un fidanzato.
Dall’altro una sempre maggiore incapacità a gestire un rapporto una volta spentasi la fiammata iniziale, con la conseguente rottura e allontanamento.
Le statistiche sulle separazioni ufficiali ce lo confermano in continuazione, e da esse sono escluse, per ovvi motivi, tutte quelle relazioni non censite.
Esiste allora una risposta, un suggerimento? Certamente no, perché ognuno di noi vive il rapporto sulla base del proprio carattere, personalità.
Certamente fare in modo che una relazione non solo duri, ma soprattutto arricchisca, è un viaggio che si deve volere fortemente da parte di entrambi i protagonisti, e oltre alla passione tanti ingredienti devono comporre la tela del mosaico.
La disponibilità e la pazienza sono alcuni ingredienti necessari, insieme però al rispetto dell’altro e alla capacità di mettersi in gioco.
Altrimenti si leggereranno righe come queste, la fotografia della delusione e dell’amarezza:
“Sono una persona che cerca di dare gli altri. Mi affeziono rapidamente perché credo nel bene e voglio che tutti e tutto siano perfetti.
Non è stato facile per me affrontare la rottura, e davvero non mi è piaciuto arrivare a dire “basta” ad una storia vissuta sempre con intensità.
Ho cercato sempre di analizzare le cose dal punto di vista dell’altra persona prima di giungere ad una conclusione, cercando sempre di fare del mio meglio per capire i punti di vista altrui.
Ho sempre creduto che tutti debbano avere non una o due possibilità, ma anche qualcuna in più, ma non credo sia giusto abusare della gentilezza e della disponibilità.
Ho sempre creduto sia giusto combattere per le proprie idee ed i propri sentimenti, non facendomi scoraggiare, anzi cercando di valorizzare ogni piccolo passo in avanti, ogni dimostrazione di maturità, ogni goccia versata nel recipiente dell’amore.
Ma quando ho toccato con mano l’inutilità dei miei sforzi ho ritenuto giusto dire basta.
Chiudere la porta non è stato semplice, ho sentito il mio cuore a pezzi, ma ho anche capito che una volta chiusa,quella porta, non sarebbe più stata riaperta.
Il tempo è un alleato fidato per dare l’opportunità di capire, per chiedere scusa, rimediare ai propri errori.
Credo di averne concesso molto, forse anche troppo, per pensare non sia stato sufficiente.
Non era quello che desideravo, ma tu non mi hai dato altra scelta”.
Parole che fanno riflettere, e che tutti dovrebbero meditare quando vivono un rapporto ed una relazione dove i sentimenti, e la disponibilità, sono il collante per tenere unite due vite.