Quello che è accaduto negli ultimi tempi, in particolar modo quest’anno, con la pandemia del Covid,ripropone una riflessione antica. Chi non vede i propri errori non cambierà mai.
La vita ci presenta continuamente sfide. Spesso solo di carattere personale, altre volte, invece, come svolta collettiva.
Percorsi ai quali non sempre riusciamo ad attribuire un significato. Questi pero costituiscono spunti, occasioni per una riflessione più profonda.
Solo così, con una attenta introspezione, è possibile guardarsi ad uno specchio immaginario e poter vedere il corso della nostra vita.
L’occasione, per ognuno, di cambiare ed eventualmente modificare gesti, azioni, comportamenti.
Perché solo chi non vede i propri errori non cambierà mai.
Chi pensa, spesso con una superficiale presunzione, di possedere la verità su tutto non fa mai auto – critica.
E continua a ripercorrere infinite volte la stessa strada, come un automa, senza essere scosso dal dubbio e dalle domande.
C’e una allegoria sempre attuale per descrivere in maniera perfetta il comportamento di chi non vede i propri errori e non cambierà mai: il mito di Sisifo.
Il mito di Sisifo
La leggenda di un personaggio scaltro, astuto, che crede di poter vivere ingannando spesso il prossimo, non accorgendosi però che la sua vita è come il masso che continua a rotolare senza portare nessun vero cambiamento.
Colui che non vede i propri errori non cambierà mai perché è la perfetta incarnazione di Sisifo.
La parola chiave allora è una sola per cercare di semplificare il concetto.
Provare a fermarsi, a rallentare un attimo questa corsa senza sosta con il nostro masso quotidiano, e cercare di eliminare i propri errori ed i nostri piccoli egoismi quotidiani.
L’emergenza drammatica del Covid ci ha messo, per un certo tempo, nella condizione ideale per tentare questa riflessione.
Tutti, a parole, dicevano che nulla sarebbe stato piu come prima.
Molti affermavano sui social attraverso i numerosi post che un cambio di direzione era necessario perché le cose potessero risolversi.
Sono bastati due annunci in televisione, il famoso “liberi tutti”, perché ognuno riprendesse a rotolare il proprio masso come se nulla fosse accaduto.
Il cambiamento richiede coraggio e tempo.
Non si improvvisa con un post, né si sostanzia attraverso un selfie di circostanza.
“Una persona che non fallisce non ha mai provato a innovare“
diceva Albert Einstein.
Per volere il cambiamento occorre anche questo. Occorre rischiare di sbagliare e, anche , fallire. Ma in questo modo prende vita un cambio di direzione o, semplicemente, un ritorno.
Cambiare non sempre significa procedere senza sosta verso un punto lontano.
Potrebbe anche semplicemente significare tornare ad una dimensione, individuale e collettiva, più umana e più vera.
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