Si, le parole possono fare male. E molto. Possono colpire più forte di uno schiaffo o di un pugno. Possono ferire più profondamente di qualsiasi lama affilata. Per questo l’abuso verbale viene definito una vera e propria violenza.
Una violenza invisibile, ma non meno devastante di quella fisica per chi la riceve. Una vera e propria violenza psicologica.
La differenza tra le due è che i colpi, le ferite che derivano da uno scontro fisico possono guarire e possono essere superate nel tempo.
Quelle dell’abuso verbale sono diverse. Restano profondamente incise nella mente delle vittime. Scolpite nelle pieghe della memoria e condizionano il comportamento.
Quando si parla di abuso verbale?
Insulti ripetuti, urla continue, commenti sprezzanti atti a distruggere l’autostima, rientrano tra gli abusi verbali ed hanno il potere di distruggere mentalmente la vittima designata.
Inizialmente è la fiducia in se stessi che inizia a crollare, fino alla perdita vera e propria di ogni accenno di autostima. È ciò che accade a queste le persone che mostrano i segni di profonde ferite nella mente a scapito della salute mentale.
Chi è vittima di un ripetuto abuso verbale, alla fine si convince di essere proprio ciò che dice il suo ”aguzzino”. Ritiene veritiere quelle parole pronunciate contro di lui, inizia realmente a sentirsi così come viene descritto: una nullità, un incapace.
Non combatte quindi contro l’abuso verbale, perché non sa riconoscerlo come tale, oppure perché crede di non avere le capacità per farlo. Perché estremamente demoralizzato.
Le parole sono estremamente potenti. Nel bene e nel male. Possono incoraggiare, sostenere, spronare e consolare. Possono motivare e ispirare, ma possono anche distruggere.
L’abuso verbale è un’arma tra le più potenti. Diffidate di chi è sempre pronto a criticarvi e giudicare ogni vostra azione senza avere mai una parola di lode. Prendete le distanze e subito, da simili individui.
La violenza invisibile è sempre violenza e lascia traccia profondissime.