Quante volte è capitato a noi, o a persone a noi vicine, di sentire il bisogno di isolarsi e piangere?
Come se questo gesto, che combina una serie di stati d’animo ed emozioni, fosse qualcosa da nascondere, qualcosa di cui vergognarsi.
Il pianto non è un segno di debolezza come, invece, molte persone tendono a credere.
Sentire la necessità di lasciare andare le emozioni non è un atteggiamento negativo ma, come sostengono molti esperti, un modo per evitare di accumulare ansia e depressione.
Piangere quindi non solo non denota debolezza, indica invece un’alta intelligenza emotiva.
Due luminari in materia di emozioni, il noto biochimico Frey, e Goleman, psicologo ed autore di numerosi saggi sull’intelligenza emotiva, ci spiegano alcune cose interessanti.
Secondo il Prof. Frey le lacrime consentono all’organismo di rilasciare tutte quelle tossine indotte dalla situazione di stress e dolore.
Piangere quindi, aiuta a ripulire il corpo dalle proteine ed ormoni che si formano prima di scaricare il proprio stato d’animo.
Daniel Goleman, dal canto suo afferma che il pianto è un importante segnale che evidenzia l’intelligenza emotiva del soggetto coinvolto.
Quando, per svariati motivi, si tende a trattenere le lacrime, non si fa altro che opporre resistenza alla propria tristezza e alla propria rabbia.
E questo atteggiamento, oltre a non essere naturale, produce a sua volta controindicazioni proprio sulla gestione delle emozioni e sul loro controllo.
I benefici del pianto
Piangere quindi è un segnale importante dell’intelligenza emotiva.
Non solo. Le lacrime svolgono anche tante altre funzioni benefiche.
1- Proteggono l’occhio:
piangere attiva le ghiandole lacrimali che proteggono e lubrificano la cornea, e fungono da protezione contro irritazioni e virus.
2- Confortano l’anima:
le lacrime contengono oppiorfina, una proteina che aiuta a combattere la depressione.
3- Aiutano a gestire le emozioni negative:
quando lo stress e le tensioni si accumulano, un bel pianto, lo abbiamo visto in precedenza, aiuta l’organismo a non somatizzare.
Il pianto, in questi contesti, assume quindi un valore di riequilibrio delle emozioni, agendo come un fenomeno di liberazione.
Non abbiate allora paura di piangere anzi, diffidate da coloro che mostrano forza reprimendo emozioni e sentimenti.
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