I cani non muoiono mai, ma dormono nel nostro cuore

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By Alice Iz

I cani non muoiono mai. Soltanto un giorno si addormentano profondamente nel nostro cuore. Dentro di noi.

“Qui sono sepolti i resti di uno che possedeva Bellezza senza Vanità, Forza senza Insolenza, Coraggio senza Ferocia, e tutte le Virtù dell’uomo senza i suoi Vizi”.

Così scriveva Lord Byron, poeta ribelle ma estremamente sensibile, in ricordo del suo cane. Perché la scomparsa del miglior amico dell’uomo è un momento doloroso, simile a quello della perdita di una persona cara.

Un cane non è solo un passatempo, il custode della casa, il compagno di una gita in campagna. Diventa parte della vita del suo padrone, soprattutto di chi non ha altri affetti, nessuno cui poggiarsi, con cui condividere i momenti della giornata.

Un cane è capace di gesti incredibili verso il suo padrone. È capace di attenderlo per giorni e giorni, così di sedersi accanto a lui dimostrando con uno sguardo la sua presenza e la sua importanza.

Tanti sono gli episodi che raccontano di cosa sono capaci questi amici a quattro zampe.

Di quello che sono disposti a dare senza chiedere nulla in cambio. Di come dimostrano la loro gratitudine per un boccone condiviso, e per una carezza improvvisa.

Per questo la perdita di un cane è qualcosa che solo chi ha goduto della sua compagnia sa cosa significhi.

I cani non muoiono mai

Ma i cani non muoiono mai. Non muore quel legame speciale, quell’affetto straordinari. I ricordi e la tenerezza del tempo trascorso insieme.

I più piccoli vivono questo momento con minore capacità di reazione, trovandosi spesso ad affrontare il dolore di una perdita cui non erano abituati.

Gli psicologi consigliano allora di vivere insieme ai bambini la perdita del proprio amico. Senza minimizzarne il dolore, ma consigliando loro di tenere sempre accanto a se la foto del proprio cane.

Come se fosse ancora lì, vicino al piccolo padrone. Tenendolo stretto nel ricordo e nel proprio cuore.

Come si fa con un vero amico, colui che non lascia mai solo l’altro.

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