Comportamento

Bisogna imparare a stare da soli per imparare a stare con gli altri

Publicato da
Alice Iz

Un proverbio antico quanto attuale recita “Meglio soli che in cattiva compagnia”. Certo, se stare da soli significa evitare situazioni negative, pericolose, non c’è dubbio che questa massima ritorni valida in ogni momento.

Ma dovrebbe essere presa in considerazione anche quando lo stare da soli diventa scelta e stile di vita.

Non perchè la compagnia sia di per sè negativa, ma perchè il dover stare in gruppo, o anche solo accoppiati, risponde più ad un canone sociale che ad una esigenza.

Oggi non si può non essere social!

Pena una forma di esclusione che si patisce come una punizione, una forma di emarginazione che colpisce chi non rispetta i ritmi, vorticosi, dell’essere social.

L’importanza di saper stare da soli

Eppure saper stare da soli è importante. È una condizione che assicura una rigenerazione di sè e della propria identità.

Stare soli non per una forma di asocialità negativa, ma come momento di compagnia con se stessi. Quella che induce l’introspezione, la riflessione, la rimessa in ordine della propria vita e delle proprie scelte.

Saper stare da soli, secondo recenti ricerche condotte negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, assicura maggiore equilibrio e migliore capacità di analisi.

Ha creato un certo scalpore la ricerca condotta dalla London School of Economics di Londra su un campione di 1500 studenti tra i 18 ed i 25 anni.

Quelli che avevano non solo una media di voti più alta, ma anche una prontezza di analisi e di soluzioni erano coloro che, in media, passavano più tempo da soli.

Occorre quindi rimettere in discussione questo mantra dell’essere social sempre e comunque. In un periodo in cui pare di vivere in una Babele di messaggi, contatti, risposte, like, e via dicendo, nulla è più importante di una passeggiata in un bosco.

Scegliere chi prendere per mano

Niente consente di riprendere il contatto con se stessi come passare una serata o una domenica da soli. Senza il frastuono di suoni, voci, pettegolezzi che servono solo a creare più dipendenza e allontanano dalla propria individualità.

Stare da soli non è presunzione o egoismo. All’opposto consente di cogliere meglio le sfumature degli altri, o di saper scegliere a chi tendere la mano.

Un invito alla lettura: