Chi vuole il bene degli altri, vuole bene a se stesso. Un cuore sgombro dall’ invidia, dall’arroganza e dall’indifferenza, è un cuore dove regna la pace.
Viviamo un tempo in cui i sentimenti vengono visti come manifestazione di debolezza. Essere i più bravi, essere i più belli, i più forti… questo conta. Affermarsi ed eccellere. Distinguersi e dominare. E gli altri?
Un contorno, comparse marginali nel teatro dove ogni mattina andiamo a recitare. Di corsa! Per non perdere il ruolo migliore, il posto in prima fila, il bagliore dei flash. Degli altri poco importa.
Le persone rimaste umili e semplici lo sanno bene. L’egoismo non rende felici , tantomeno i migliori. È attraverso l’amore per gli altri che brilliamo della luce più intensa. È nei gesti generosi e di cuore che riveliamo la nostra vera grandezza.
Nutriamo la nostra autostima con tutto ciò che è fatuo e privo di valore. Vacillerà alla prima sconfitta, soccomberà prima o poi a chiunque ci sorpassi. È più fragile di quello che pensiamo o non saremmo così infelici, insoddisfatti, persino invidiosi di quella che sembra essere la felicità degli altri.
L’autostima è figlia dell’amor proprio. Amare se stessi significa conoscere la propria forza e le proprie fragilità. Significa voler migliorare, ma riconoscere i propri limiti. Significa restare intimamente umani. Verso se stessi e verso gli altri, senza tormenti, ma con la pace nel cuore.
E significa soprattutto non nutrire invidia, ma anzi, gioire dei successi altrui, degli affetti conquistati, delle vittorie degli altri.
Chi usa il cuore vuole il bene degli altri e vuole bene a se stesso, perché è riuscito ad accettarsi per quello che realmente è. Un essere umano con la sua forza e con le sue fragilità. Con le sue doti e i suoi limiti.
Un uomo o una donna che magari non saliranno mai sui gradini più alti della scala del successo, ma che ad essa non hanno sacrificato la propria semplice, splendida umanità.
E vivono così, aiutandosi e aiutando. Semplicemente. Con la pace nel cuore.
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