La miglior lezione che possiamo dare alla cattiveria è risponderle con un gesto di bontà
Siamo tutti apprendisti alla scuola della vita, recitava qualcuno e ogni giorno è maestro per chi ha voglia di imparare. Ma può capitare di essere maestri noi stessi e la miglior lezione che possiamo dare alla cattiveria, è risponderle con un gesto di bontà.
Ma come possiamo rispondere al male senza accettarne la logica?
Ogni giorno apprendiamo di atti dettati solo dalla cattiveria, dall’odio, dal malanimo che sembra essere diventato la cornice quotidiana del nostro vivere.
Atteggiamenti dove la miglior lezione che si possa dare come risposta sembra che sia: “Occhio per occhio, dente per dente.”
Perché sempre più spesso, questi atteggiamenti lasciano non solo amarezza ma, anche, tanta rabbia. Viene spontaneo domandarsi perché, capire come mai il male sembra avere il sopravvento.
Argomento non semplice, forse impossibile da capire. Vediamo però come noi possiamo agire di fronte a questa ondata di negatività, come offrire la miglior lezione senza scendere a compromessi con la cattiveria.
Cercando cioè di applicare il senso della frase di Kerouac, e quindi praticando la bontà, il perdono.
Occorre capire, prima di tutto, che rispondere con bontà e distacco a chi ferisce e compie una cattiveria, non significa alzare bandiera bianca. Significa rispondere con un atteggiamento etico. Morale. Umano e dignitoso. Con la miglior lezione di bontà.
La bontà non è sinonimo di resa, tutt’altro. Essere buoni non vuole dire giustificare il male, come a volte, a prima vista, può sembrare.
Nulla è più raro della genuina bontà.
(Francois de La Rochefoucauld)
La miglior lezione è un atto di bontà
Perdonare il male significa, prima di tutto, dimostrare la propria unicità, il proprio carattere.
Tramite questa azione, che richiede una grande dignità ed altrettanto coraggio , non ci si dimentica del male e, soprattutto, non lo si giustifica.
Si vuole anzi difendere se stessi, evitando di cadere in una spirale di negatività e di ripicca che, spesso, non fa che alimentare all’infinito la spirale di odio e cattiveria. Non è la vendetta la miglior lezione che si possa dare.
Rispondere al male con un atto di bontà non rivela nessuna ingenuità, ma dimostra di avere stima di sé, e fiducia in una visione positiva del mondo
La scelta di essere buoni o malvagi appartiene ad ognuno di noi, riguarda la propria idea della vita, e di come la si vuole vivere.
Coltivare rancore, vendicarsi, praticare la violenza anche come risposta ad un atto ostile non ci fa diventare esseri umani migliori.
Amplifica solamente il male, a scapito di un’idea di bontà ed anche di giustizia. Su questo, un uomo come Gandhi, sosteneva:
” Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso.”
È questa la miglior lezione che possiamo dare. E imparare noi stessi.