Un cortometraggio che suggerisce una riflessione profonda sulla condizione delle persone anziane, dei nonni in particolare.
Queste figure che hanno non solo una grande importanza pratica quando si prestano ad aiutare i genitori nelle piccole e grandi incombenze che riguardano i nipoti, ma rivestono anche un ruolo nella coesione e nell’unità delle famiglie.
Quanto premesso è quello che tante ricerche sulla terza età ci dicono, attente alla condizione degli anziani e dei loro bisogni, al punto da istituire anche una festa, come quella inaugurata da qualche anno, tesa appunto a celebrare il valore ed il ruolo dei nonni.
Nonostante questo non possiamo negare un’ evidenza, e cioè che anche nelle famiglie più unite e coese, la vecchiaia rappresenta un momento di grande solitudine e, spesso, di sensazione di inutilità da parte di chi la vive.
Le persone anziane, specialmente quando vivono da sole, possono sentirsi trascurate, perché tutti i componenti della famiglia sono troppo occupati con le proprie vite, indaffarati da mattina a sera, senza un attimo di tregua.
Questo è il risultato, ci piaccia o meno, di una società che ha creato un modello di vita basato sull’efficienza e sulla produttività.
Non appena vengono meno questi requisiti, per un normale ciclo fisiologico, ecco che si è messi ai margini, quando non trattati addirittura come intralci.
L’epoca in cui la vecchiaia significava saggezza, consiglio, esperienza, è stata bypassata dall’onniscienza della tecnologia, come se qualche conoscenza tratta da Wikipedia riuscisse ad eguagliare il valore di un’esperienza e di un consiglio portato da un anziano.
Amadou Hampate Ba, filosofo e scrittore originario del Mali scrisse ” un anziano che ci lascia è paragonabile ad una biblioteca che brucia”.
Papa Giovanni Paolo II scrisse una meravigliosa ” Lettera agli anziani” nella quale esortava le società odierne a non farne oggetto di anonime attività ludiche e sportive per cercare di limitarne i costi sociali, quanto di valorizzarne il bagaglio di esperienze che possono dare alla collettività.
“Gli anziani – scrisse il Pontefice polacco – sono la memoria di una società e di un popolo, interpreti privilegiati di quell’insieme di ideali e di valori comuni che reggono e guidano la convivenza sociale. Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria”.
È necessario rendere le persone consapevoli di questo problema, per affermare che gli anziani non solo possono sentirsi soli, abbandonati ma, purtroppo, anche inutili.
Non è un problema puramente organizzativo, ma anche di senso, di prospettiva e di valore per la società.
Guardiamo quindi questo cortometraggio della regista Laura Stewart, che ci mostra in modo molto sottile come vivono la loro condizione molte persone anziane.
Il video racconta la storia di un uomo solo, ma un giorno arriva una nuova compagna che sembra cambiare la sua vita.
Il suo atteggiamento è amichevole, anche se questa presenza stravolge la sua quotidianità.
Il video, per voi:
Blobby from Laura Stewart on Vimeo.
Il cambiamento che avviene porta ad un risultato che deve far riflettere sulla sofferenza vissuta da queste persone, e su come la loro condizione potrebbe migliorare se avessero più attenzioni ed affetto.
Condividete il cortometraggio con i vostri amici, lo apprezzeranno!