Relazioni

La separazione e il divorzio non sono tragedie. La tragedia è spegnersi lentamente in una coppia infelice.

Publicato da
Deborah Doca

La separazione e il divorzio non sono tragedie, la vera tragedia è spegnersi lentamente in una coppia infelice, in una relazione senza più slanci, passione. Senza più amore.

Sono tante le coppie che, pur avendo ormai perso la spinta ed il desiderio di andare avanti, proseguono il rapporto in maniera stanca e passiva.

Le ragioni sono molteplici, indagate e sviscerate da esperti e consulenti a vario titolo del menage di coppia.

Interessante, all’interno del panorama delle tante idee sull’argomento, quella che punta l’attenzione su un aspetto.

Quello cioè che, per formare una coppia si ha la necessità di due volontà, mentre per rompere una relazione ne basta una sola.

Ed è quello che avviene nella maggior parte dei casi, quando una delle due persone, stanca di un rapporto che non ha più nulla da dire, prende il coraggio a due mani ed esce da quella situazione di comfort e di abitudine che caratterizza la relazione.

A questo punto, nella maggior parte dei casi, le reazioni che possono avvenire nel partner lasciato sono fondamentalmente di tre tipologie.

La prima, quella meno frequente, è una accettazione razionale dell’accaduto, segno che si condivide l’atto di separazione anche se non si è stati i protagonisti della scelta.

Un breve periodo di smarrimento potrà accadere, ma nella maggior parte dei casi si è subito pronti a riprendere in mano la propria vita e proseguire il proprio cammino.

La seconda reazione, spesso presente, vede invece il partner lasciato precipitare in una disperazione ed incapacità di elaborazione che rende la scelta difficile da sostenere anche per colui o colei che hanno maturato la decisione.

Avviene quando uno dei due si innamora di un’altra persona, e spesso non ci sono avvisaglie sufficienti perchè anche l’altra parte in causa possa in qualche modo capire che la storia è arrivata al capolinea.

Non è sicuramente piacevole nè bello vedere chi ha condiviso un pezzo di vita soffrire in modo profondo, ma è anche vero che un rapporto d’amore non può reggersi sulla compassione.

Ha bisogno anche di altro, e se questo viene a mancare, seppur dolorosa, la scelta di rompere indica anche una forma di chiarezza e di rispetto.

Vi è poi la terza reazione, anch’essa molto difficile ed a volte persino pericolosa da affrontare.

Quella cioè che vede il partner lasciato non accettare quanto maturato, ed assumere atteggiamenti e comportamenti aggressivi e minacciosi.

È una situazione tipica, purtroppo, di chi non ha idea di cosa significhi amare, e scambia una persona per un oggetto o comunque qualcosa da possedere.

Queste, che possono considerarsi le principali, ed altre reazioni più sfumate, ma sempre il linea con una delle due tra quelle considerate in precedenza, indicano l’incapacità a comprendere il significato più puro della vita di una coppia.

Che è qualcosa da condividere, assaporare, maturare sempre in due. Se ciò non accade, se qualcosa si interrompe, non ha più senso parlare di coppia.

È vero che una relazione non è solo fatta di momenti piacevoli, non è un gioco,e che presuppone anche periodi di ” crisi” o comunque difficoltà.

Ma sempre, anche in questi frangenti, deve essere presente il desiderio di entrambi di superare, insieme, il momento di defaillance.

Una relazione, oltre alle responsabilità che comporta, specie se all’interno di essa vi sono figli, deve essere un cammino condiviso, un’esperienza che si rinnova e si auto-alimenta.

Quando viene a mancare la benzina essenziale, e quando non si riesce più ad accendere il motore, meglio ammetterlo con franchezza ed onestà.

Sarà anche l’ultimo, come atto di coppia, ma anche questo, come accennato prima, è un segno di grande rispetto e lealtà.