È il mio silenzio il modo migliore per dirti che ho rinunciato a te…
Eri importante, troppo importante. Troppo. Per te sono diventata “cieca”, incosciente, spericolata, folle. Troppo.
Ho rinunciato a molto, teso entrambe le braccia e servito come supporto, quando la tua struttura era fragile. Mi sono fatta male, ma non sono mai arrivata in ritardo.
Ti ho seguito nelle tue avventure, sono stata calore in un letto freddo, ho offerto compagnia alla tua solitudine, ti ho offerto tutto ciò che pensavo meritassi di avere e sentire.
Penso di essere stata troppo, mentre per te non ero niente.
Ho superato le nostre differenze anche se ho sempre pensato che un giorno mi si sarebbero rivoltate contro. E così è stato…
Quando iniziamo una relazione, abbiamo il difetto di credere che stiamo vivendo una favola. Ci inganniamo da soli, ci rifiutiamo di guardare negli occhi la realtà.
Facciamo piani e progetti con qualcuno che non conosciamo nemmeno. Non abbastanza.
A volte queste relazioni disperate sono solo un disperato bisogno di non essere soli. Ammettiamolo… Forse è quello che sono stata per te: un’alternativa alla solitudine.
Quando si tratta di usare ragione ed emozioni diventiamo ignoranti. Dimentichiamo qualsiasi logica e buon senso.
Concediamo fiducia, ci consegniamo corpo, cuore ed anima a qualcuno che è praticamente uno sconosciuto.
Zittiamo il cuore che già prevede la fine…
In tutto questo tempo, ho cercato di renderti la persona più felice del mondo. Ti ho offerto ciò che era alla mia portata, e anche quando non ero lì, ho trovato un modo per esserci.
Sono stata leale, ho camminato lealmente al tuo fianco. Ti ho sostenuto. Ti ho creduto. Ho sbagliato. Ho dimenticato me.
Ogni volta che chiamavi, correvo. Ad ogni schiocco delle tue dita ero lì. No non era stupidità la mia. Era amore.
Non sono una stupida se credo nell’amore. Non mi sento una stupida per aver sperato che tu provassi la stessa cosa nei miei confronti.
Ma adesso quell’amore non esiste più. Quell’uomo che amavo non c’è più.
Con i tuoi tentennamenti, le tue bugie, i tuoi fallimenti… ti sei condannato da solo.
È inutile chiedermi di tornare, non tornerò. È finita.
Mi hai svilita, sminuita, disprezzata. È stato doloroso.
Ho impiegato troppo dolore per capire e accettare. Troppe lacrime. Ho pianto anche con te, ti ho parlato di ciò che sentivo, di ciò che mi faceva male. Di come mi facevi male… Non lo meritavo.
Invece di capire osavi ripetere gli errori. Sempre gli stessi. Solo che ogni volta facevano meno male… perché ogni volta ti amavo un po’ di meno…
Forse oggi hai capito cosa significa veramente amare qualcuno, forse hai capito tutto l’amore che avevo per te. Forse ti manca. Forse ti manco. Forse, ma non mi interessa più.
Ho rinunciato a te ormai. Giorno dopo giorno. Quando ho smesso di cercare di parlarti. Quando ho smesso di ascoltare le tue scuse inutili.
Oggi non fai più parte della mia prospettiva di felicità, non fai più parte della mia vita. Non sei più il mio troppo.
Oggi non ho più gesti, non ho più sguardi, non ho più canzoni da dedicarti.
Non ho nostalgie come quando aspettavo per ore il tuo arrivo. Non ho più freddo in quel letto dove per troppe notti mi hai lasciato sola.
Oggi non ho nemmeno più voce da darti… ho il mio silenzio. Un silenzio che ha un nome e si chiama dignità.