Comportamento

Quando un padre si prende cura del proprio figlio, non sta “aiutando”, sta esercitando la paternità

Publicato da
Deborah Doca

Un padre che si prende cura del proprio figlio non lo sta semplicemente “aiutando”, ma sta esercitando la paternità.

Molti tendono a credere che le funzioni principali in relazione ai bambini siano naturalmente priorità della madre, perché è colei che ha portato il bambino in grembo per 9 mesi e lo ha concepito.

Questa credenza, soprattutto in alcune parti del mondo, viene trasmessa di generazione in generazione e in molti casi fa sì che i padri credano di non avere una reale responsabilità nei confronti dei propri figli.

Cosa ovviamente profondamente sbagliata.

Entrambi i genitori hanno una loro grande importanza nella crescita ed educazione dei figli e il compito dei padri non è quello di semplice aiuto, ma di una vera e propria responsabilità.

La figura del padre e della madre sono ugualmente fondamentali per il bambino, affinchè possa crescere emotivamente e psicologicamente equilibrato.

Per quanto i primi contatti e le primarie incombenze siano prerogative della mamma, soprattutto nei primi mesi di vita, il ruolo dei padri deve essere ben chiaro e riconosciuto, portarli ad una presenza costante, quotidiana.

La responsabilità verso i bambini è la stessa per entrambi i genitori.

Quindi, quando un papà cambia un pannolino, lava, culla il proprio figlio, non sta semplicemente “aiutando”, sta solo adempiendo alla sua funzione ed esercitando la paternità che, nonostante le inevitabili difficoltà, è una delle fasi più belle ed importanti nella vita di una persona.

È questa una mentalità, soprattutto come dicevamo prima, molto radicata in alcune culture, che deve essere rivista.

Il padre non è sostituibile con un nonno o una tata, è una presenza che il bambino sente necessaria e che ricerca.

Sappiamo tutti che le donne subiscono varie trasformazioni durante la gravidanza e dopo il concepimento del bambino.

Il legame che creano con la presenza, la cura e l’allattamento al seno ristrutturano il cervello delle madri, portando più maturità e responsabilità, mettendo sempre al primo posto il benessere del bambino.

Ma per quanto riguarda i padri, i loro cervelli cambiano con l’arrivo del bambino o seguono semplicemente le trasformazioni dall’esterno?

Secondo uno studio dell’Università Bar-Ilan in Israele , “se un uomo ha un ruolo primario nella cura del suo bambino, sperimenta lo stesso cambiamento neurale di una donna”.

Durante lo studio che si è avvalso di un numero sufficiente di padri collaborativi e presentò, sono stati eseguiti diversi esami del cervello e si è mostrato, ad esempio, che le tonsille avevano una sollecitazione 5 volte più intensa del normale.

Questo aumento è stato riconosciuto come direttamente correlato all’allarme di un possibile pericolo e ad una maggiore sensibilità al mondo emozionale dei bambini.

Un altro fattore molto interessante è che il livello di ossitocina presenti nei papà che svolgono un ruolo importante nella famiglia e con i loro piccoli, è simile a quello delle madri più presenti.

Questo dimostra che la vera connessione non è un privilegio riservato solo alle donne, ma anche ai padri che hanno attenzione e disponibilità verso i loro bambini.