Relazioni

Non giudicare – Ogni persona che incontriamo sta combattendo la sua battaglia

Publicato da
Deborah Doca

Non bisogna giudicare e mai con superficialità. Ogni persona che incontriamo sta combattendo una battaglia che non conosciamo.

Prendiamoci il tempo per capire, per conoscere davvero gli altri e per instaurare rapporti autentici, profondi.

Se dimentichiamo le relazioni umane lungo la strada, perderemo sempre, perché le persone semplicemente si stancano di essere buone e capiscono che c’è un confine oltre il quale il cuore non può sopportare.

Obiettivi, performances, tutto di corsa, sempre di più, è questo oramai il paradigma che chiamiamo, con altrettanta leggerezza, civiltà occidentale!

E che, senza una presa di coscienza da parte di tutti, il treno pazzo sul quale siamo pigiati, potrebbe non portare piacevoli sorprese.

In questo caos accade con maggiore frequenza che giudichiamo le persone in modo crudele e ingiusto, prestando attenzione a ciò che vediamo, anche se non si conoscono abbastanza.

È l’effetto della società dell’immagine, quella distorsione che consente di esprimere giudizi con un solo colpo d’occhio.

Arriviamo tutti a conclusioni affrettate, anticipando giudizi, emettendo sentenze, dimenticando di concedere tempo, in modo che la personalità vera dei nostri interlocutori si manifesti oltre le apparenze ed i fatidici primi 10secondi.

Quelli che, pensate un po’ vengono considerati il tempo nel quale si forma un’idea e si formula giudizi su una persona appena conosciuta.

Finiamo tutti per tralasciare aspetti fondamentali. Tutti gli aspetti interiori di un individuo, sensibilità, intelligenza finiscono per passare in secondo piano rispetto all’apparenza.

Questo comportamento ormai condiziona anche i nostri rapporti sociali.

Nell’ambito lavorativo e nel relazionarci con gli altri l’esteriorità assume un’importanza sempre più grande.

Nel mondo giovanile poi il “fenomeno dell’immagine” è molto più forte rispetto a tutte le altre fascie d’età.

Se non si seguono le mode, gli altri giudicheranno male e si verrà allontanati. Veniamo giudicati dai vestiti al trucco, dal taglio dei capelli all’ultimo modello del cellulare.

Non possiamo vivere criticando le persone per il loro modo di essere, perché stanno tutti cercando di sopravvivere, affrontando battaglie che, spesso, non si conoscono neppure.

E quando si tratta di persone a noi vicine, che conosciamo evidentemente meglio, dobbiamo prestare ancora più attenzione ai segni che il loro comportamento ci invia in ogni momento.

Vivere richiede attenzione, cura, gentilezza.

Non significa offrire solo beni materiali, misurare qualsiasi cosa dal prezzo e dal tempo necessario per acquistarle.

Significa prestare attenzione, significa osservare chi ci cammina al fianco, percepire la tristezza, il disagio che ognuno può attraversare in qualche fase della propria vita.

Spinoza diceva che vivere significa non deridere, non compiangere, non disprezzare, ma tentare di comprendere.

Per riuscire in questo non servono lauree o doti particolari, ma desiderio prima di tutto, e la capacità di uscire da quel vortice che tritura tutto e tutti e ci toglie anche gli ultimi residui di umanità.