Tutte le più grandi gioie delle vita arrivano inaspettate, compresa la felicità. Compreso l’amore.
Viviamo in uno stato di perenne insoddisfazione, di insofferenza, di ansia e di aspettativa.
Sempre alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, di un amore, della serenità. Di tutto ciò che non può essere programmato, stabilito a tavolino, ottenuto con un click.
Il progresso ci ha dato molto e molto ci ha tolto. Ci ha viziati, rendendo comoda tutta una serie di attività che richiedevano tempo, cura, attenzione. Passione e attesa.
Ci ha abituati a routine prestabilite, ad agende elettroniche, ad amici virtuali dei quali forse non sentiremo mai nemmeno la voce.
Dove trova posto tra tutto questo la felicità? La delizia di una sorpresa? L’imprevisto che emoziona? L’arrivo inaspettato di chi bussa alla nostra porta con un “mazzo di gioia?
Il progresso ci ha tolto il piacere degli sguardi, la sorpresa di perderci in un percorso più lungo del solito.
Ci ha resi miopi, perché non sappiamo più vedere tutto ciò che non è programmabile, definibile, etichettabile.
Miopi nei confronti dei nostri desideri che non sappiamo più riconoscere, pallidi e smunti in una folla di doveri e responsabilità.
Quando smettiamo di correre, di volere con il senso di pretesa cui siamo avvezzi, quando abbandoniamo aspettative di cui non conosciamo nemmeno più di tanto la forma… è il momento in cui qualcosa accade.
La felicità non porta un orologio al polso, non ci rincorre nel traffico anonimo e convulso, non obbedisce ai nostri ordini. E così l’amore. Così l’amicizia.
Per permettere che tutto questo arrivi o torni a far parte della nostra vita, occorre fare un passo indietro. Il passo che riconduce al dialogo con noi stessi e ad una maggiore semplicità.
Tra lavoro, impegni e responsabilità, troviamo uno spazio che ci permetta di riascoltare la nostra voce interiore, quella che parla anche di quei desideri smunti e pallidi persi laggiù tra la folla.
Quella che racconta di antiche speranze, delle attese piene di entusiasmo, delle emozioni e mai di pretese.
Tiriamo il fiato almeno il tempo giusto per pensare che tutto questo non è acquistabile, non è prevedibile, ma può arrivare se iniziamo a dare la giusta direzione ai nostri pensieri e alla nostra vita.
Non basta desiderare, avvertire la mancanza di qualcosa, non basta nemmeno cercare.
Affinché le cose belle arrivino è necessario dar respiro alle antiche speranze, liberare le emozioni dalle catene dell’abitudine, dar luce ai sogni.
È necessario riaprire la mente a tutto ciò che non è materiale, ma emotivo, emozionale. Riaprire la porta alla gratitudine, gli occhi alle piccole meraviglie intorno a noi.
Riaprire il cuore … al mondo.
E così, in un giorno qualunque, ecco che inaspettata, arriva la felicità.