Meglio soli che con qualcuno che non vale niente. Nemmeno un centesimo.
L’ultimo rapporto dell’Onu sulla popolazione mondiale ha svelato qualche numero interessante: pensate che nel mondo ci sono 3,65 miliardi di donne, e qualche unità in più per il sesso maschile.
Perchè partiamo con questa statistica?
Semplicemente per il fatto che ogni giorno, ogni minuto, c’è sempre una quantità spropositata di persone che si lamentano.
Del fatto che sono scontente, si sentono poco comprese, ancor meno amate, e via dicendo.
Eppure, se ci pensiamo un attimo, con questi numeri non dovrebbe essere così difficile trovare la propria metà, una persona con la quale avere una relazione importante, ricca.
A quanto pare, però, proprio semplice non deve essere.
Se osserviamo la realtà a noi più vicina, vediamo sicuramente tante persone belle, vestite di tutto punto, individui che ostentano fascino, sicurezza.
Poi, li rivedi dopo qualche tempo, e oltre a qualche regalo e qualche immancabile foto sui social, non hanno accumulato nulla in termini di rapporti.
Non è facile relazionarsi con gli altri, ma dovrebbe essere ancora meno il fatto di accettare situazioni di comodo, solo per paura di essere soli, di non avere l’agenda piena nel weekend, o il partner pronto per la serata o la vacanza imminente.
Perché, anche queste, sono imposizioni di un modo di essere e di dimostrare che portano a continue delusioni, e con esse, sempre più disincanto.
Stare soli è un’arte che richiede maturità ed equilibrio. La solitudine spesso è vissuta come isolamento, perdita di stima, come se vivere bene con se stessi non fosse un traguardo personale importante.
Che non significa evitare a priori un rapporto e quello che esso comporta, ma non cercarlo con quell’affanno che, abbiamo visto, essere foriero di tante delusioni.
Non è per forza da un’altra persona che dobbiamo ricevere tranquillità, soddisfazioni, motivazioni.
Essere single non significa non avere amicizie, relazioni. Ma può essere un’opzione in grado di fornire il giusto tempo per capire e valutare bene un possibile partner.
Questa visione è difficile da essere considerata socialmente giusta.
Lo abbiamo detto in precedenza.
Il martellamento comincia sin dalla più giovane età, e arrivare ad un certo punto della propria vita senza una vita di coppia viene visto e giudicato in maniera negativa.
Il mondo crede ancora che avere qualcuno che non vale un centesimo, sia meglio che pranzare e stare da solo in pace ogni giorno. Santa ipocrisia!
Chi l’ha detto che per essere completi è necessario avere un marito o una moglie, dei figli e una serie di selfie?
Sicuramente le scienze sociali ci parlano e descrivono società nelle quali la famiglia era il fulcro della vita delle persone, ma non dobbiamo dimenticare, che ci piaccia o meno, che la società odierna è evoluta talmente tanto da poter mettere in discussione l’istituto della famiglia così come era sino a qualche decennio fa.
Soprattutto sono cambiate le idee, i valori anche, le persone e gli stili di vita.
E quindi rincorrere a tutti i costi una condizione ancora oggi definita basilare dalle regole sociali, non è corretto.
Fosse solo per non partecipare all’incremento delle separazioni, dei bambini sempre con la valigia in mano, dei rapporti cercati per moda e non per convinzione.
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