L’ingratitudine ha molte forme e una di queste vede diventare un’offerta di aiuto come una sorta di atto ostile.
È difficile comprendere come si possa passare da colui che aiuta al cattivo della situazione
Aiutare, essere disponibili è sicuramente una qualità che non tutti posseggono e di questa sensibilità occorre esserne comunque orgogliosi.
Non sempre però ciò riceve il giusto apprezzamento, soprattutto da parte di coloro che sono in situazioni difficili.
Quando l’aiuto non viene capito, l’interesse scambiato per invadenza, sicuramente qualcosa nelle intenzioni non è passato nel giusto modo.
Occorre riflettere attentamente su questo punto.
Dovremo affrontare l’ingratitudine e le ingiuste parole di chi cerchiamo di soccorrere, di chi vogliamo bene.
Tornano alla mente allora le parole di Confucio: ” Non fare del bene se non hai la forza di affrontare l’ingratitudine”.
Perchè questo stato d’animo è molto più comune di quanto si possa immaginare.
Come perfettamente descritto in un libro che porta questo titolo, l’ingratitudine è, in fondo, un modo per riconoscersi e guardare con maggiore attenzione alle nostre fragilità.
Ma, oltre l’aspetto morale, cosa determina tutto questo?
Sicuramente la dimostrazione che una persona non riconosce di attraversare un momento delicato, di avere bisogno di aiuto.
L’incapacità di esserne consapevoli, alimenta queste risposte.
Insieme ad un senso di frustrazione che sfocia in continue lamentele, ad un continuo incolpare il mondo o il destino avverso per la situazione nella quale ci si trova.
Dimenticando, troppo spesso, che ognuno è artefice in molta misura, del proprio destino.
D’altra parte quando si incolpa chiunque viva intorno a sè, il mondo e l’universo come cause delle proprie pene, si sta fuggendo dalla propria parte di responsabilità.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso, ricorda un vecchio proverbio, mai passato di moda.
La scelta migliore, quindi, è quella di non rimanere impigliati in questo labirinto poco chiaro di stai d’animo confusi e poco desiderio di uscirne.
Come sempre accade il migliore alleato, quello che toglie nuvole e doppi sensi, è il tempo.
Goethe diceva: ” L’ingratitudine è sempre una forma di debolezza. Non ho mai visto uomini eccellenti essere ingrati.”
Occorre quindi che la forza e la volontà per uscire da una situazione critica, provengano dal cuore di chi la sta vivendo.
Solo in questo modo la persona sarà in grado di avere l’umiltà per chiedere e riconoscere aiuto, e solo con questa disponibilità la persona che porge aiuto, non avrà la delusione di subire ingratitudine.