Il Buddhismo è una religione proveniente dall’India e il suo scopo, è quello di trovare saggezza ed equilibrio attraverso la pratica di determinate qualità e sentimenti.
Nel Buddhismo l’amore ha il potere di guarire e trasformare gli esseri umani, attraverso il contributo della ricerca di significato della propria vita.
Buddha ha esposto 4 diversi elementi che costituiscono la vera fonte d’amore, chiamati ” Brahmaviharas “, fonte di amore nell’universo e, a loro volta, sono in grado di elaborare la sofferenza in momento di trasformazione.
Questi elementi sono denominati: Maithri (Amore), Karuna (compassione), Mudita (gioia) e Upeksha (equanimità), conosciuti come i tratti incommensurabili, perché crescono senza limiti in ogni essere umano quando vengono praticati.
Occorre anche osservare che questi tratti sono posseduti da ogni essere umano e la loro espressione ed il loro miglioramento, riguardano la pratica quotidiana.
Secondo il Buddhismo queste sono le radici e, pertanto, il loro riconoscimento costituisce la fonte per la realizzazione.
1. Maithri – amore:
l’amore nel buddismo si riferisce all’ intenzione e alla capacità di ogni essere umano di recare gioia e felicità alle persone intorno a lui, la capacità di guardare e ascoltare con attenzione gli altri, arrivando alle necessità e bisogni altrui.
Il vero amore non può essere trovato se non si comprende la persona amata, le sue esigenze, paure, aspirazioni ed anche le sofferenze. Ci sono persone che a volte credono di offrire molto, ma non funziona così l’amore!
Ad esempio, sentire che il vostro partner ha bisogno di socializzare di più per sentirsi meno solo e impedirglielo pensando al ” proprio bene”, non è amore. Dovreste semplicemente dare ciò che serve e capire profondamente i bisogni dell’altro.
2. Karuna – compassione:
la compassione è il luogo per la guarigione e la trasformazione della sofferenza, significa letteralmente “insieme alla sofferenza”. Vale a dire che la compassione si realizza quando l’ascolto, l’aspetto e la preoccupazione sono profondi e si dimostrano.
Cosi, una parola, un’azione e un pensiero di compassione, possono cambiare vite, distruggere dubbi, costruire fiducia, conciliare un conflitto e aprire le porte alla liberazione. Quando si vive con compassione, si può trasformare la sofferenza delle persone che amiamo, in una via di uscita.
3. Mudita – gioia:
la gioia è diversa dalla felicità, poiché la felicità riguarda il corpo e la mente, la gioia solo la mente. L’esempio che Buddha usava era il seguente: se vi trovate in un deserto, sentirete gioia quando vedrete l’acqua e la felicità quando la berrete.
La gioia è vissuta quando si è pienamente consapevoli del momento presente e, soprattutto, quando ci si rende conto della bellezza che ci circonda, provando un senso di pace e tranquillità, e direzionando questa sensazione verso ogni azione e pensiero.
4. Upeksha – equanimità:
l’equanimità si riferisce al non attaccamento, alla non discriminazione, alla capacità di lasciare andare. “Upa” è più, iksha e’ montagna”, il che significa che si deve essere come su una montagna per osservare tutta la situazione e non essere legati a niente in particolare.
Bisogna essere in grado di vedere tutti allo stesso modo e non discriminare né se stessi né gli altri. In particolare quando non si crea distinzione tra “io” e “altro” si è raggiunto l’upeksha.
Quando si raggiungeranno le basi di questi quattro elementi e si perfezioneranno, si potrà pensare di aver trovato la via per riuscire ad amare compiutamente.
Percorso ostico, pieno di insidie.
Ma con un piccolo sforzo quotidiano, ogni aspetto è migliorabile.
Cosa ne pensate?
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