Quando si umiliano le persone, si rivela solo la propria infelicità

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By Deborah Doca

Quando si umiliano le persone, in realtà si sta solo rivelando la propria infelicità

Come esseri sociali, prosperiamo quando creiamo legami con le persone che ci circondano.

In pratica tutte le azioni che intraprendiamo ci portano a comunicare con qualcun altro, a creare legami, anche se solo per lavoro o normale relazione quotidiana.

Questa realtà ci incoraggia a sviluppare nuove relazioni e incontrare persone diverse, a rapportarci con il nostro prossimo.

Alcune delle relazioni che creiamo sono positive, con persone aperte, gentili, capaci di condividere le loro esperienze e portare la relazione verso ambiti di apertura e confronto positivo.

Spesso però dobbiamo anche relazionarci con persone fredde, insicure, soggetti che criticano, e non sanno cogliere gli aspetti positivi che l’incontro produce.

Figure come quelle fotografate dal recente rapporto pubblicato dal Censis in Italia.

Si parla di un popolo incattivito, sospettoso, individui che faticano ad avere un approccio con il loro prossimo aperto, trasparente.

Segno di diverse cose, senza dubbio. Sicuramente l’eredità di anni difficili, periodi che hanno minato una delle componenti fondamentali nelle relazioni, che è la fiducia.

Coloro che si divertono a vederci tristi e demotivati hanno spesso un problema con se stessi che non riescono a risolvere.

Solitamente è un complesso di inferiorità che produce prima rabbia e senso di frustrazione, poi sfocia anche in atteggiamenti che tendono ad umiliare e mettere in condizione di inferiorità i loro interlocutori.

Atteggiamenti simili sono prodotti anche da una crescente insicurezza, schermi prodotti per arginare proprie debolezze e mancanza di fiducia nel proprio ruolo personale e sociale.

Deve essere chiarito, tuttavia, che umiliare altre persone non produce superiorità. Al contrario, riflette solo l’infelicità che vive dentro le persone.

Fare del male a qualcuno non è un atteggiamento ammirevole, ma un lamento, perché caratterizza una persona frustrata con se stessa.

Quando l’orizzonte si tinge di tinte fosche, la capacità di vedere e immaginare il futuro produce solo pensieri e sensazioni negative, le reazioni spontanee, anche se sbagliate, portano a scaricare questo senso di infelicità nei confronti del prossimo.

Dobbiamo quindi essere sempre in grado di valutare le relazioni con le persone che ci trattano in questo modo, e anche monitorare i nostri comportamenti verso coloro che ci circondano.

E cercare sempre di portare il dialogo e il confronto su piani positivi, di aprire finestre di buonumore e alimentare, anche quando tutto sembra girare storto, ottimismo e fiducia.