Nessuno possiede nessuno e in un certo senso non possediamo assolutamente nulla.
Se guardiamo dalla prospettiva che siamo sulla Terra solo di passaggio, possiamo renderci facilmente conto che spesso l’unica cosa che rincorriamo è quella di tentare di possedere qualcosa o qualcuno…
Esiste una differenza profonda tra vero amore e relazione standard.
Spieghiamola con un esempio che si comprende alla perfezione:
c’è un invito ad una serata o una festa e una delle due persone che rappresentano una coppia dice all’amico o all’amica: “Voglio proprio vedere se questa sera mi starà sempre appiccicato addosso.”
Esprime, con questa sorta di domanda, la portata del rapporto fondato sul possesso, dove entrambe le parti in causa sentono questo vincolo.
Quello di controllare da una parte e quello di sperare che ciò non accada.
Una situazione molto più comune di quello che si può pensare, esemplificativa appunto di un rapporto non libero ed autentico, ma bisognoso del controllo quando non della minaccia.
Una certa mentalità vede invece in questa situazione l’espressione di una forma di rispetto.
Un travisamento totale e completo dell’idea appunto del rispetto che, per essere autentico, non necessità nè di controllo nè tanto meno della limitazione della libertà.
Perchè, allora, questo caso può dirsi comune ad un numero di coppie incredibilmente alto?
La prima e più importante spiegazione è che spesso una relazione non si fonda su sentimenti liberi ed autentici, ma è la ricerca di una propria metà perfetta, su misura.
E risultando questa idea illusoria, perchè sbagliata e senza un presupposto logico, si finisce nella possessione continua e nel fare di un rapporto una guerra perenne.
Il movente principale di tali atteggiamenti è determinato da quella gelosia che rende le coppie un autentico campo di battaglia, anzichè l’espressione di un reale piacere a stare insieme.
E lo studio condotto dalla psicologa americana Terry Orbuch ci rivela un altro particolare da non trascurare.
Dopo avere esaminato oltre 300 coppie, la psicologa ha stabilito che il rispetto della privacy e della libertà personale mantiene unite due persone più di una perfetta intesa sessuale, e che la possibilità di vivere la propria vita professionale e le proprie amicizie, rende l’intimità di due persone più soddisfacente e appagante.
Dati che rovesciano, di fatto, il pensiero comune declinato con divieti e paura anche delle ombre!
E che dovrebbe indurre per lo meno qualche riflessione e stimolare un pensiero critico verso atteggiamenti fondati sul possesso e sul controllo totale del partner.
Rispetto e lealtà devono essere i due pilastri che uniscono le coppie, e se ciò si manifesta la libertà diventa quindi il giusto piacere di viversi e condividere
quante più esperienze insieme.
Insieme a questi pilastri l’altro elemento fondamentale è la verità. La capacità di parlare, raccontarsi, esprimere ciò che si sente, quello di cui si ha bisogno e cosa non si accetta o non piace del partner.
Un percorso a volte non semplice, ma autentico.
Come il rapporto che potrà svilupparsi tra persone, appunto, autentiche.