Parlare dell’invidia è come entrare in un campo minato!
Nonostante spergiuri ed attestati di purezza, sono in molti quelli che la nutrono, anche se, in fondo, nessuno lo ammette e, ancor meno, la confessa.
Qualcuno ha cercato di darle anche una valenza positiva, ricamandoci sopra con teorie pseudo-economiche, e dimenticando come il tentativo di miglioramento sia ben altra cosa rispetto a questa pulsione negativa.
Perchè, parliamoci chiaro: l’invidia è un moto velenoso, un sentimento che non consente di ammirare qualcuno e tentare di emularlo ma, quasi sempre, genera rancore, pettegolezzo, desiderio di distruggere quello che una persona ha conquistato.
È una condizione che non conosce età e stato sociale.
Pensate che una recente indagine svolta dal reparto di psicologia dell’Università di Padova, ha rilevato che anche nelle case di riposo si possono incontrare sentimenti e pensieri invidiosi.
Si, proprio così: coloro che ricevono più visite di figli o nipoti, vengono spesso invidiati e diventano il bersaglio delle critiche da parte di coloro che, purtroppo, non ricevono altrettante attenzioni.
Se, in qualche modo, queste situazioni rientrano in stati fisiologici, quello che non si può accettare è il sentimento di invidia che prova una persona che si definisce amica.
Oltre allo squallore, perchè il sentimento di amicizia dovrebbe presupporre una sincera ammirazione per risultati o obiettivi raggiunti dalla persona cara, l’invidia provata da un amico diventa ancora più tossica, perchè dissimulata meglio, quasi nascosta, ma presente.
Il senso di inferiorità provato dalla persona invidiosa, quando nasce in un rapporto di amicizia, genera una reazione ancora più velenosa, e il tentativo di danneggiare l’altra persona diventa ancor più sottile, ma non per questo meno pericoloso.
Quando l’invidia è nutrita da una persona che, sino a qualche tempo prima, condivideva emozioni, segreti e confidenze, diventa una bomba i cui effetti sono difficili da arginare.
In questi casi quello che si genera nella persona invidiosa non è quello che prova chi viene messo nelle stesse condizioni di partenza di un’altra e che quando viene superato, prova il sentimento dell’invidia. No, è qualcosa di ancora più profondo e più pericoloso.
Perchè la persona invidiata, spesso in buona fede, non pensa che un tale stato d’animo possa essere presente nell’amico e quindi continua a fidarsi, a confidarsi, ignara delle trappole o dei pericoli che la sta preparando.
Chi è invidioso solitamente lancia alcuni messaggi tipo ” mi sento inferiore”, ” provo rabbia per il tuo successo” e ” vorrei vederti cadere”.
L’amico, o pseudo tale, riesce a mascherare molto bene questi stati d’animo e per questa ragione l’invidia che prova è ancora più pericolosa.
Quando un amico non manifesta in maniera spontanea soddisfazione sincera per un risultato raggiunto, è indice che qualcosa comincia a generarsi nella sua testa e nei suoi pensieri.
Per quanto doloroso possa essere, è molto meglio allontanarsene ed impedire che un traguardo importante possa essere “macchiato” da questo sentimento tanto velenoso quanto pericoloso.