Ognuno di noi è unico, ha la sua impronta, una sua singolarità, una sua specialità in cui profonde tempo, ingegno, impegno. Ebbene la specialità degli infelici è soprattutto una: quella di maledire gli altri.
Essere felici è facile, ma imparare a non essere infelici può essere arduo, recitava un pensiero di Wayne Dyer.
Non possiamo dire se raggiungere la felicità sia facile. Sicuramente per molte persone la strada per non essere infelici, ai nostri giorni, è una sfida quotidiana.
Apriamo giornali, leggiamo notizie, che ci raccontano di gesti, azioni, circostanze che descrivono esseri umani arrabbiati, stanchi, delusi. Frustrati e gelosi.
Ognuno di noi ha bisogno, al giorno d’oggi, di fare appello al meglio delle proprie risorse per sfuggire questo stato d’animo, di attingere a grandi dosi di ottimismo e di volontà per non cadere nella tristezza , per non sentirsi infelici.
Per non cadere nella tentazione di invidiare gli altri, di cercare di svilirli o distruggere. Nella tentazione di ingiuriare.
Fatta questa premessa è però opportuno dire che questa condizione non deve essere data per scontata, e così è bene inquadrare ciò che le persone infelici pensano, come si comportano.
Perchè uno dei compiti che tutti noi possiamo darci è quello di aiutare, evitando al tempo stesso di cadere nel tranello di questa condizione esistenziale.
Le persone infelici non amano i cambiamenti, anzi li avversano. Oggi il mondo vive sul cambiamento continuo, e non è certo chiudendosi in una sorte di torre di avorio che si evita il confronto con esso.
Accettare questo, e lavorare perchè i cambiamenti siano qualcosa di positivo, è l’atteggiamento giusto e intelligente per se stessi, per coloro che continuano a sentirsi sempre tristi e insoddisfatti.
Chi è felice si confronta sulle idee, sulle possibilità, diversamente gli infelici criticano, distruggono. Sciupano in questo modo tante energie positive che potrebbero essere utilizzate in modi più costruttivi.
Le persone infelici hanno la specialità di trovare sempre un capro espiatorio. Sono sempre pronte a dare la responsabilità di quello che non funziona a qualcun altro. Non si pongono mai domande su quello che hanno fatto, o stanno facendo, perchè questo non accada.
Proprio sul tema delle responsabilità e dell’impegno individuale, si gioca la differenza di fondo. Una persona positiva cerca di intravedere in ogni ambito un’ opportunità, mentre le persone infelici si siedono, incrociano le braccia e iniziano a lamentarsi.
In questo mondo sicuramente caotico, interdipendente, è opportuno sapersi concentrare sugli obiettivi prioritari. È la specialità di coloro che attingono a motivazioni forti. Gli infelici invece, si perdono in mille polemiche, discorsi spesso vuoti e senza costrutto.
A maledire chi ritengono più fortunato, più capace, più talentoso.
E, soprattutto, le persone felici sanno perdonare e proseguire sul loro cammino, mentre quelle infelici serbano un rancore continuo, una rabbia, perenne.
Finendo, in questo modo, per non essere artefici della loro vita, ma rimanendo prigioniere di quello che le rende infelici ed incapaci di costruire la propria serenità,e il proprio senso della vita.