Riflessioni

Non importa cosa hanno fatto i nostri genitori in passato, oggi siamo noi i soli responsabili della nostra vita

Publicato da
Melania

Qualsiasi cosa sia successa, non importa, ciò che i nostri genitori hanno fatto o non hanno fatto a loro tempo, non è fondamentale.

Nel presente, siamo noi i responsabili della nostra vita, di ciò che creiamo per noi stessi, per la famiglia che avremo, per gli abbracci, il calore e l’affetto che daremo a noi stessi e a coloro che ci circondano.

Sì, è vero, quello che succede nell’infanzia, nell’adolescenza e anche nella vita adulta con i nostri genitori, ci può segnare per tutta la vita.

Tuttavia, questo non ci esonera dalla responsabilità che abbiamo noi nella nostra vita e per ciò che concerne le nostre emozioni.

Il presente è il momento ideale per cercare di mettere da parte ciò che di brutto abbiamo passato e per disintossicare la nostra vita sentimentale.
Se il freddo dell’affetto paterno è ancora costante, forse è tempo di mettere il cappotto da parte e accendere il camino.

Scuse e rancori non ci permettono di vivere, sapete?
Una casa dovrebbe essere indice di calore, di affetto, ma a volte convivere con il ricordo di un bambino pieno di “difetti”, può servire solo a trasformare il nostro “io” affettivo in un igloo freddo.

Non possiamo riuscire a vivere bene, senza prima aver guarito le nostre ferite, senza lasciare andare le lame del passato…
Guarite le ferite di un’eredità infantile disfunzionale

Abbiamo tutti, in maggiore o minor grado, quei segni di rapporti sbagliati della nostra infanzia.
In alcuni casi, la famiglia può poter essere stata una complessa rete di relazioni distorte o ambivalenti.

Ci sono, per esempio, quelle figure paterne che non sono state affatto sinonimo di gioia, identità, unità, lealtà, rispetto, amore e fedeltà.
Avere un genitore così lontano “dall’essere un padre ideale” non può che dare vita a delle dinamiche complesse e dannose.

Apparentemente possiamo anche essere tranquilli, ma in realtà, nel profondo, nascondiamo le vere forze che lottano in noi, per le nostre convinzioni, i nostri valori e le nostre sensazioni sul mondo e su noi stessi.

Nell’infanzia, la famiglia rappresenta la nostra realtà e il nostro più grande riferimento, quindi non è strano cercare di ripetere certi schemi, anche se sono disfunzionali.

I genitori, però, sono umani e, come tali, possono commettere errori.
Tuttavia, quel dolore inflitto al bambino, rimane.

In questo senso, è vero che dobbiamo imparare dai nostri errori, ma possiamo imparare anche dagli errori commessi dai nostri genitori.

Quindi, se non avete avuto la fortuna di crescere in una famiglia perfettamente funzionante, dovete fare un doppio lavoro per rafforzare voi stessi e per poter riuscire ad apprezzare l’amore e il rispetto delle persone che vi circondano.

In questo senso potrebbe essere utile la “guida” di uno psicologo, che ci può aiutare ad aprire “i canali di comunicazione” con noi stessi.
La condotta auto-distruttiva e punitiva nei confronti degli altri deve dover essere rivalutata e respinta dal nostro io presente.

Dobbiamo riuscire a convincere noi stessi di essere “esseri” degni d’amore, che possono offrire sicurezza e affetto incondizionati.
Tutto questo è essenziale per poter guarire le ferite che uno o entrambi i genitori hanno creato nel nostro bambino interiore.

L’infanzia equivale al nostro destino, direbbe Freud, ma la verità è che non possiamo vivere impotenti tutta la vita, con la scusa che abbiamo avuto un’infanzia complicata.

Dobbiamo interiorizzare il messaggio che, per quanto distruttive siano state le relazioni tra genitori e figli, le prospettive sul nostro futuro dipendono soprattutto da noi.

Questa è una sfida davvero ambiziosa: riuscire ad allontanare i giudizi dei nostri genitori che non hanno fatto altro che minare la nostra autostima, richiede tanta volontà e un grande lavoro interiore.

Per riuscire a vivere bene, è necessario essere profondamente empatici con gli altri, ma soprattutto, con noi stessi, poiché è attraverso questa empatia che possiamo riuscire a riappropriarci del diritto di vivere la nostra vita, nel modo che ognuno di noi sceglie per sé.