Troppo spesso viviamo condizionati dall’opinione degli altri, da come veniamo guardati, osservati, giudicati.
Come se la nostra persona, le scelte che facciamo, i pensieri e le emozioni che danno vita al nostro essere, fossero un bagaglio da passare ai raggi x di qualche metal detector.
Eppure questo è l’atteggiamento predominante.
Paura, conformismo, mancanza di carattere, bisogno di conferme, tutti aspetti che finiscono per dirigere le nostre scelte verso l’accettazione sociale, vero e proprio spartiacque quando ci si trova di fronte uno dei tanti bivii che la vita ci presenta
Mark Twain ammoniva: ” Ogni volta che vi trovate sul lato della maggioranza, è il momento di riflettere”.
Non è l’invito ad essere sempre e comunque le pecore nere, quanto a riflettere meglio su quello che psicologi ed osservatori della società chiamano diffusione di responsabilità
Un atteggiamento che conduce sempre e comunque verso scelte condivise ed accettate, ma che, in realtà, diluisce la capacità di assumersi responsabilità individuali, diminuendo di fatto la propria forza interiore ed il proprio carattere.
Si rischia infatti di essere considerati solo un meccanismo di un ingranaggio più grande, di essere trattati, in fondo, con sempre maggiore freddezza, distacco, poca sensibilità.
Se siamo solo particelle di qualcosa di più grande di noi non possiamo d’altronde attenderci altro che questo.
Per non cadere sempre di più in questo vortice impersonale e devastante, per non finire ogni volta di incolpare qualcuno per i propri insuccessi, di essere parte di un gregge che non conosce il valore vero della condivisione e della partecipazione, occorre riprendere in mano la propria vita e la propria persona.
Occorre ripartire dal proprio cuore senza voler fingere ogni volta di essere altro rispetto a quello che si sente, di indossare una maschera preconfezionata solo per sentirsi al riparo dai giudizi o per ricevere approvazione ed attenzione sui social network
“Se giri intorno fissandoti la coda, inutile offrirti altri orizzonti”.
Queste le parole di Maria Luisa Spaziani, poetessa che amava accostare la danza alla poesia, e queste al ritmo della vita.
Liberarsi dalle zavorre del consenso e del conformismo é un atto di amore verso la vita, é gettare quella sagoma nera che incombe su di noi come un limite e come una minaccia.
È capire che la nostra vita é solamente nostra, e non appartiene a chi pretende di condizionata ed ostacolarla.
Siete d’accordo?
Scriveteci il vostro parere, le vostre riflessioni e condividete per conoscere quelle dei vostri amici!