Possiamo paragonarle a lupi travestiti da agnelli le brave persone che nascondono le loro vere intenzioni nei nostri confronti. Sono tante.
Sembrano persone comuni, degne di stima, di rispetto. Di affetto. Insospettabili.
Si parla spesso, magari in occasione di fatti di cronaca, delle persone che compiono atti crudeli e che, sino a pochi istanti prima, apparivano come individui innocui, perbene.
Individui capaci di mascherare alla perfezione la loro natura, sulla quale, non sempre a ragione, si spendono milioni di parole e di considerazioni più o meno pertinenti.
C’è infatti una sorta di consenso popolare che pensa di rinvenire nel passato di queste persone una traccia scatenante i loro comportamenti, non ammettendo, con questo, che esiste, purtroppo, una forma di cattiveria e di istinto del male.
Il fatto che questi individui, per lungo tempo, siano apparsi benevoli, innocui, non deve trarre in inganno.
Senza scomodare la favola di Cappuccetto Rosso, è infatti notorio come le maschere che tali persone indossano prima di rivelare la loro vera natura, siano tutti espedienti volti a nascondere, appunto, le loro intenzioni.
Albert Einstein scriveva:
“Il mondo non è messo in pericolo dalle persone cattive, ma da quelli che non ammettono il male”.
Ammissione come forma di inevitabilità, fatto episodico, non prevedibile. Qualcosa che assume la forma di invincibile.
Anche la scienza, da tempo, è intervenuta con spiegazioni che possono essere utilizzate come avvisaglie nei riguardi di persone potenzialmente cattive e pericolose.
Da alcuni anni sono stati condotti studi sulla “molecola morale”, che non è altro che l’ossitocina, l’ormone regola l’amore, che è anche responsabile dell’unione di due persone, e delle relazioni importanti che si determinano nella società in generale.
Una serie di analisi fatte dopo episodi particolari ha messo in evidenza qualcosa di allarmante.
Ci sono soggetti che non sviluppano questa molecola morale, e quindi danno vita a comportamenti e reazioni basate sulla freddezza e sull’assenza, appunto, di atteggiamenti morali.
Uno dei casi che ha richiama l’attenzione è quello dell’americano Hans Reiser, programmatore informatico famoso per aver creato i file ReiserFS. Dal 2008, Reisser è nella prigione di Mule Creek per l’omicidio della moglie.
Ha ammesso la sua colpa in modo freddo e senza la minima propensione al pentimento, indicando anche alla polizia il luogo dove rinvenire il corpo…
Reiser ha tentato, conoscendo i principi sui quali si basa la letteratura in materia di “molecola morale”, di scagionare il suo comportamento.
Nonostante l’assenza nell’uomo di quelle doti naturali di predisposizione al prossimo, empatia, forme di gentilezza, la giuria non è retrocessa nei suoi convincimenti, confermando l’ergastolo.
Il tema del male è argomento antico quanto il genere umano.
Pensare di attribuire a “sbagli” della natura comportamenti che nemmeno nel mondo animale avvengono è, probabilmente, il più grande errore che si possa commettere proprio nei confronti della persona.
Occorre essere equilibrati e molto rigorosi quando si trattano argomenti delicati come quello citato in questo articolo, o come quelli che, purtroppo, con sempre maggiore frequenza, si apprendono dalle cronache.
Il compito dell’uomo e della giustizia non è quello di trovare giustificazioni, ma quello di tentare di proteggere e non umiliare ulteriormente chi subisce dolore.