Quando tolleri ciò che non può essere tollerato, “insegni” agli altri come trattarti

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By Simona Ferri

Sono tante le virtù che ci aiutano a mantenere relazioni interpersonali salutari, quali la pazienza, l’empatia, la compassione e la tolleranza.

In tutte le relazioni esistono comunque dei limiti che non devono essere oltrepassati.
Non tutto può e deve essere consentito agli altri.

Molte volte però, accade che per essere troppo comprensivi, per metterci costantemente nei panni degli altri e per proteggere una determinata relazione, tolleriamo ciò che invece è intollerabile.

Perdoniamo persino l’imperdonabile. Scusiamo azioni che non coincidono con i nostri principi e la nostra morale.

È invece necessario conoscere questi limiti, mettere dei paletti in modo che gli altri non invadano ciò che non può essere invaso e non prendano più di quel che è lecito.

Certamente la cosa più logica, sarebbe ricevere quello che offriamo agli altri, ma quasi mai la logica coincide con la realtà e pur trattando gli altri con rispetto, non riceviamo altrettanto.

Anzi. Spesso riceviamo in cambio esattamente il contrario. Riceviamo ingratitudine, egoismo, freddezza, maleducazione.

Il nostro modo di reagire nei confronti di chi si comporta in maniera scorretta, ingrata e sleale, è diverso per ognuno, ma inutile nascondere la delusione e il dolore che generano determinati atteggiamenti in tutti noi.

Può capitare che qualcuno ci ferisca in maniera non intenzionale, ma è questa una situazione completamente diversa da chi cerca solo di approfittare di noi, della nostra bontà e disponibilità.

Permettere che gli altri ci usino, ci manchino di rispetto, invadano la nostra vita e i nostri spazi, è qualcosa che non dobbiamo consentire per il bene della nostra salute psicofisica.

La nostra bontà e la nostra disponibilità, non devono diventare un punto di debolezza che gli altri sfruttano a proprio vantaggio.

Quando ci rendiamo conto che le persone vogliono solo prendere senza mai dare in cambio nulla, nemmeno il rispetto, è bene prendere le distanze da loro.

Allontanarci, proteggere la nostra sensibilità e il nostro cuore da troppe ferite e delusioni.

Non aspettiamo pensando che gli altri cambino, perché le persone non cambiano mai.
Semmai le persone buone migliorano e quelle egoiste peggiorano.

Molte volte tolleriamo queste relazioni negative, perché nutriamo un sincero affetto nei confronti di queste persone.
Ma non può bastare un sentimento a senso unico, non renderà quella relazione sana e felice.

Il rispetto ci è dovuto, la nostra dignità non può e non deve essere calpestata. La nostra bontà non deve essere data per scontata e non deve ricevere in cambio solo derisione e ingratitudine.

Come stabilire allora questi limiti? Cosa dobbiamo fare per non permettere agli altri di usarci o ferirci?

Iniziando noi per primi a rispettarci, coltivando il nostro amor proprio, la nostra autostima.

E la dignità. Semplicemente.