Riflessioni

Osho: la capacità di essere soli

Publicato da
Alice Iz

“La capacità di essere soli è la capacità di amare.”

Queste parole di Osho aiuteranno a capire l’importanza dello stato di solitudine, ciò che permette di concepire la pienezza dei sentimenti e la preparazione ad amare veramente.

Osho fu un professore di filosofia che, abbandonata la carriera accademica cominciò a girare il mondo come maestro spirituale.

Le sue posizioni anticonformiste suscitarono grande scalpore ed anche reazioni controverse.

Affermò in un’intervista di aver vissuto, ventunenne, l’esperienza mistica dell’illuminazione.

È una verità esistenziale quella che rivelava il maestro Osho, infatti solo quelle persone che sono capaci di essere sole sono capaci di amare, condividere, raggiungere le profondità dell’altra persona; senza possedere l’altra persona, senza dipendere da essa, senza ridurla a una cosa, e senza diventare dipendente da essa.

Concetto che presuppone, come è giusto che sia, che alla base di un rapporto d’amore vi sia fondamentalmente la libertà ed il piacere di volerlo, di viverlo.

Un altro grande poeta contemporaneo, Fabrizio De Andrè, elogiò la solitudine non solo come un grande atto ed omaggio alla libertà, ma anche come forma di raccoglimento interiore e di riflessione.

Raccontava l’autore ligure, dopo aver vissuto sulla propria pelle la privazione di questo enorme bene individuale, ” quando si può rimanere soli con se stessi, è possibile avere un contatto più profondo con il mondo circostante.

E il circostante non è fatto solo di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’universo: dalla foglia che spunta di notte, in un campo, fino alle stelle che illuminano il cammino”.

Essere soli, e liberi, consente di vivere un rapporto come qualcosa di naturale, gratuito e senza obblighi.

Non si può delegare ad un’altra persona la propria felicità ed il proprio benessere, così che se quella persona dovesse andarsene non si rimarrà orfani del proprio equilibrio.

Stare insieme a qualcuno, come suggeriva Osho, non deve essere considerato un bisogno, ma semplicemente un lusso.

Le persone autentiche hanno già molta gioia, per loro una relazione è fondamentalmente un arricchimento, uno scambio, non un bisogno.

Diceva ancora il Maestro indiano:
“Il solista del flauto sa come godersi il suo flauto da solo. E se per caso incontra un chitarrista, un solista di archi, si divertiranno a suonare insieme e creare un’armonia tra flauto e corda.

Entrambi godranno, entrambi verseranno la loro ricchezza nell’altra persona.”

Concetti da meditare, senza dubbio.
Sicuramente non semplici, soprattutto per coloro che vivono un rapporto come qualcosa di proprio, fondato sul bisogno e sul possesso più che sulla leggerezza della condivisione.

A queste ultime, a coloro che pensano di controllare, inibire, anche eliminare la persona che non rispetta la loro idea miope e limitata, dedichiamo un altro pensiero di De Andrè, volutamente dissacratorio:

“La fedeltà, in fondo, che cos’è? Non è altro che un grande prurito con il divieto assoluto di grattarsi.”