La bontà non viene sempre ripagata, anzi, spesso una persona buona riceve in cambio solo ingratitudine, ma vive più felice.
Esistono al mondo tanti comportamenti, sicuramente in continua evoluzione e molto spesso dipendono più dalle circostanze, mutevoli, che ognuno di noi incontra nella propria quotidianità.
Ci sono però tratti del carattere, aspetti della propria personalità che difficilmente cambiano.
Può accadere infatti che una persona buona smetta di esserlo, ma occorre che le accada qualcosa di così grande, insopportabile, da portarla a cambiare atteggiamento riguardo la vita e gli atteggiamenti tenuti sino a quel momento.
Una di queste situazioni può essere determinata dall’ingratitudine.
Quella mancanza di riconoscenza, nutrita spesso da egoismo e superbia, che porta a svilire e calpestare un gesto fatto con bontà, disinteresse, altruismo.
Seneca scriveva:
“Vale la pena di sperimentare anche l’ingratitudine, per trovare un uomo riconoscente.”
E questa affermazione, molto bella, ci spiega senza troppe parole come l’uomo buono, la persona capace di gesti gratuiti, anche quando vive sulla propria pelle lo smacco e la delusione dell’ingratitudine, sarà comunque portato a non dimenticare se stesso, a non cambiare la propria indole.
La persona buona non indietreggia di fronte a tutto ciò. Non operando per trarre un vantaggio personale, ma solo perchè in questo modo trova completezza tra le sue emozioni, la sua indole ed il suo agire, egli continuerà a seguire la sua strada, anche quando, invece di un semplice grazie, inciamperà sull’ingratitudine e sulla mancanza di riconoscenza.
La persona altruista, attenta al prossimo, diremmo empatica, non ragiona e non vive sulle coordinate del vantaggio personale, della ricerca del suo personale massimo profitto.
La persona buona di cuore è quella che di fronte alla sofferenza, alla difficoltà non si ferma a porsi troppe domande ma agisce.
Sa che questa è la via più immediata per tentare di dare una mano, il proprio contributo, che non ingrassa il conto in banca o non porta sempre medaglie da appuntare all’occhiello, ma rende sereni e soddisfatti con se stessi e la propria coscienza.
Perchè è ad essa che le persone buone rispondono. A quella voce che suggerisce di buttare lo sguardo oltre il proprio orticello, di sporcarsi un po’ le mani anche se nessuno lo ha imposto o preteso.
E, se di fronte a questo moto dell’anima ci si troverà l’anonima e fredda risposta dell’indifferenza, poco importa.
Certe cose, certe scelte e certe azioni non si fanno per andare sulle pagine dei giornali ma per potersi continuare a guardare allo specchio.
È l’unico modo per vivere rispettando se stessi, quello che si sente e si riviene giusto. Il resto non conta.