Psicologia

Esibizionismo: la profonda necessità di apparire

Publicato da
Deborah Doca

Il bisogno, la necessità di apparire appartiene ad ognuno di noi.

In alcuni è particolarmente avvertito, in altri molto meno e per ragioni o principi diversi.

Ma rientra nella norma il desiderio di comunicare una buona notizia, mostrare le proprie vittorie, condividere la felicità di aver raggiunto un traguardo, rivelare un miglioramento sia esso materiale, emotivo o spirituale.

Rientra nella norma quando l’atteggiamento di esposizione si assume senza cercare di voler abbagliare gli altri, di volerli impressionare, quando si assume con maturità.

Diversamente cessa di essere una forma di comunicazione e diventa esibizionismo. Un bisogno estremo di esaltare e far risaltare.

Sigmund Freud, in uno studio sull’esibizionismo rivelò che ogni bambino inizia la sua vita da esibizionista.

Una volta divenuto adulto, riesce a contenere questo bisogno, ma l’esibizionista patologico non ci riesce, non supera quella fase infantile della sua vita.

Per definizione l’esibizionismo è la tendenza a fare eccessiva mostra di sé.
Per la psicologia è una forma di eccitazione erotica, che può trasformarsi in un atto di dimensione patologica in cui si cerca una soddisfazione puramente egocentrica.

Alcuni individui sentono il desiderio di dimostrare la loro potenza erotica: gli uomini hanno bisogno di mostrare la loro virilità e le donne il loro erotismo.

L’esibizionismo ha una genealogia ostile, una volontà inconscia di mostrare le parti più intime del corpo.

La negazione dell’esibizionismo può dar luogo all’aggressività fisica o verbale. Aggressività che può essere latente o manifesta.

L’atteggiamento esibizionista è collegato al senso di inferiorità, al bisogno estremo di attirare l’attenzione degli altri su di sé, di dimostrare di avere successo, fama, benessere materiale.

Viviamo ormai nell’era dell’esibizionismo, dove i media vendono l’illusione che tutti possono avere tutto, ma non dicono che il prezzo da pagare è molto elevato, che il debito che si contrae si sconta con l’ansia e l’angoscia.

I social network sono ormai una grande vetrina dove mettersi in mostra. La vetrina per eccellenza.

Una realtà artificiale che si nutre delle mancanze affettive, dei bisogno emotivi.

Un enorme palcoscenico dove si cerca, attraverso like e commenti, di aumentare l’autostima, di sembrare migliori.

È dimostrato che se non è possibile raggiungere la soddisfazione a un livello più profondo, sarà inevitabilmente cercata a tutti i costi.

Ma quando l’autostima è consolidata, non si avverte il bisogno di esporsi.

Vince in questo caso la fiducia in se stessi, l’integrità e senza l’obbligo di rivendicare l’attenzione degli altri.

Gli essere umani hanno bisogno di altri esseri umani per sopravvivere, ma il miglior modo per stabilire connessioni, creare legami, resta quello di mostrarsi per ciò che si è.

Senza esagerazioni, senza esibizionismo, senza ostentare.

Senza diventare quello che media e social network, stanno abilmente cercando di farci diventare.