Quando pensi di tornare sui tuoi passi, fermati un attimo e rileggi questo pensiero.
Questa riflessione dedicato a coloro che, dopo una rottura, tendono a ritornare troppo spesso, e velocemente, sui propri passi.
So che per chiunque è difficile escludere qualcuno dalla propria vita, dalla testa, dal cuore.
Capita di andare a letto, ovviamente soli, combattendo con i propri pensieri, i ricordi, e fissando le pareti vuote e fredde.
La solitudine gioca questi scherzi, anzi pare divertirsi ad acuire il senso di solitudine, la riproposizione di momenti indimenticabili, facendo riaffiorare sensazioni, momenti.
È normale, non c’è nulla di nuovo e di strano in questo meccanismo che, bene o male, tocca chiunque.
Questi pensieri rendono le persone vulnerabili, insicure. Mettono a dura prova la volontà di tener fede ad un passo, una decisione magari maturata da lungo tempo.
C’è come una lotta eterna dentro ogni persona, una parte sa che è meglio per tutti dimenticare e andare avanti, ma l’altra parte è ancora agganciata ai ricordi, come agganciata ad una tela.
Quella piccola parte sembra avere paura e trattiene. Continua a girare intorno all’oggetto del proprio vuoto e provoca inquietudine e malessere.
Evitare di rimuginare non sempre è facile, forse nemmeno possibile, soprattutto quando la rottura avviene dopo molto tempo passato insieme ad una persona.
Allora si tenta di capire quando è iniziata la fine, cosa l’ha determinata, perchè non si è riusciti ad evitarla.
Bisogna allora prendere una decisione ferma, risoluta. Smettere di guardare il suo profilo, tentare di scoprire dove è e con chi, pensare ancora, ad ogni istante, alla persona che faceva parte della propria vita.
Occorre tagliare questo invisibile ma tenace cordone.
A mente lucida si sa perchè è finita, e occorre ricordarselo, anche se la tempesta di ricordi ed emozioni sembra fare vacillare qualsiasi logica e qualsiasi convinzione.
Ma non siamo davanti ad un registratore, ed il nastro non si può riavvolgere spingendo un semplice tasto.
Bisogna cancellare, almeno in questa fase, taluni ricordi. Semplicemente perchè non aiutano ad essere sinceri con se stessi.
Se una rottura non è un capriccio, a nulla valgono i tentativi di pensare al bel tempo che fu, perchè quel tempo era comunque finito.
È meglio pensare, piuttosto, a quanta energia si è dedicata pensando magari di smussare angoli, quando non addirittura cambiare la persona con cui si viveva la relazione.
E se tutti questi tentativi non hanno portato frutti non serve a nulla, ora, vivere nel ricordo dei bei momenti vissuti insieme.
In questi momenti non si riesce a razionalizzare come e quando è scoppiata la bolla, quella che ha determinato la rottura definitiva.
Si pensa solamente agli attimi più intensi, perchè, in fondo, sono questi che mancano, non tanto, o solo, la persona con la quale si sono condivisi.
Perché, a rifletterci bene, da quanto tempo non si vivevano più?
Allora occorre riconciliarsi con se stessi, con quello che si è vissuto. Senza nostalgia e senza rimpianto.
Ogni cosa ha un suo destino, ed opporvisi non significa recuperare quello che non si viveva più, da tempo, ma non dare spazio alla propria mente e al proprio cuore di ritrovare calma ed equilibrio.
Quello che, sicuramente, saprà accogliere la vita e tutto quello che può riservare, già a partire da domani!