La solitudine può farti ammalare – I consigli per affrontarla

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By Deborah Doca

Argomento delicato quello che tocca il tema della solitudine. Oggi essere soli sembra quasi un paradosso, circondati come siamo non solo da persone, ma da contatti.

Telefono, messaggi, internet. Eppure, come osservava Bauman, sociologo di grande spessore, proprio in questa società frenetica e nevrotica, si può toccare con mano la vera solitudine.

Quei momenti, come li descriveva Alda Merini, che cadono improvvisi, come macigni, quasi a fermare le vibrazioni dell’anima.

Perchè è questa la solitudine vera, quella nociva. Non l’assenza, a volte cercata e benefica di isolamento dalle presenze e dal frastuono intorno.

Anche in questa condizione, come dimostra l’epoca odierna, si può sentire la solitudine.

È stato spesso detto, infatti, che essere soli non significa necessariamente essere senza qualcuno, mentre d’altra parte si può essere in compagnia delle persone che ami di più, ma sentirsi ugualmente senza una presenza accanto.

La solitudine come assenza ed annullamento di emozioni può essere un’esperienza dura, difficile da sopportare a lungo, ed è principalmente il risultato della mancanza di una connessione con le circostanze, le situazioni e le persone che ti circondano.

Gli studi condotti dalla fondazione per la salute mentale in America indicano che le persone di età compresa tra i 18 ei 34 anni si sentono sole più di qualsiasi altro gruppo di età.

Questa è l’età in cui la maggior parte degli individui sta portando avanti i propri studi, costruendo le proprie carriere, e viaggiando in tutto il mondo come volontari, operatori umanitari, ricercatori.

La modernità così come la vediamo nel 21 ° secolo non sta aiutando nel progresso umano come la tecnologia sta invece facendo in campo tecnologico.

Quello, come dicevamo, sostenuto da Bauman.. Gli esseri umani sono esseri sociali e i social media creano molto spesso illusioni di incontri, rapporti, amicizie.

Al contrario, nella realtà, le energie delle persone non si connettono, rimangono episodi di tastiera senza emozioni e contenuti.

Le implicazioni fisiche della solitudine sul corpo non possono essere ignorate ad oltranza, perché i cambiamenti cellulari sono stati studiati, in relazione a questi stati, con diversi casi clinici.

Il corpo è dotato di complicati meccanismi di sopravvivenza e il più sensibile è il meccanismo di difesa.

Quando ad una persona cominciano a mancare connessioni emotive, il corpo reagisce come se fosse in un ambiente ostile.

Di conseguenza, ne soffre tutto il sistema immunitario.

Ecco allora che questo stato deve essere affrontato e risolto attraverso una serie di passaggi che ogni persona deve cominciare a seguire.

È vero che c’è in giro molta finzione e troppa apparenza, ma è anche vero, per fortuna, che non tutto è così.

L’aspetto più importante è quello di assumersi la responsabilità di se stessi, accettando il fatto che gli esseri umani hanno effettivamente il controllo sulle loro vite, delle loro scelte e, di conseguenza, della qualità ed intensità delle loro relazioni.

Operare quindi una selezione e coltivare rapporti magari meno eccitanti rispetto a quello che un tempo si pensava, ma fondati su valori più veri ed autentici.