Riflessioni

La mia dolcezza non è debolezza, ma un segno di fiducia – Non sottovalutarmi!

Publicato da
Deborah Doca

La mia dolcezza è una manifestazione di fiducia, il mio silenzio non è distrazione, non sottovalutarmi!

Ho imparato che nel silenzio delle mie labbra c’è uno stato di attenzione che solo la quieta capisce!

Non mi sto proteggendo.

Nella mia solitudine c’è uno scudo d’oro che veglia sulle frecce invisibili che mi scagliano contro. Ci sono degli angeli alle mie spalle che vegliano su di me!

Sono attenta a tutto ciò che accade intorno a me, a tutto ciò che sento e vedo. Non sono affatto distratta, noto anche i particolari.

Non prenderti gioco di me.

La mia dolcezza è una serenità interiore, non è fragilità.

Sono silenziosa, non cieca!

Non desidero fare del male a nessuno, ma restituisco tutto ciò che mi viene donato, nel bene o nel male.

Sono calma, non sciocca!

Sono tranquilla ed ho le mie risorse per valutare, stimare e difendermi.

Non giudicarmi.

Semmai indossa prima Ie scarpe, percorri la mia strada, cammina con loro per 3 lune. Solo alla fine del viaggio potrai capire qualcosa in più su di me, apprendere i motivi del mio agire.

Solo così potrai conoscere i miei sentimenti e ciò che muove il mio cuore.

Non si può giudicare in base all’apparenza, non si può valutare qualcuno in base ai suoi abiti, al suo ruolo sociale, ai suoi atteggiamenti o alle sue parole.

Spesso un uomo è tutto ciò che non dice, ma che vive e che nutre dentro di sé. Ci vuol tempo per conoscere.

Non bastano gli occhi per vedere. Non bastano le orecchie per vedere. Ci vuole il cuore per comprendere e per abbracciare il suo essere.

Parlare di me senza sapere, alla fine significa solo descrivere se stessi, non la mia personalità, il mio mondo interiore.

Prendi rifugio in casa mia e conoscerai l’accoglienza della mia anima.

Riscaldati nel sacro fuoco che arde nella mia casa e conoscerai l’amore che porto nel mio cuore.

Conosci la donna che c’è in me, che vive in me e prova la gioia del mio essere.

Rispetta la vecchia che mi nutre e impara a conoscere i misteri che conosco!

Realizza ciò che sono, ciò che sento e ciò che desidero e potrai finalmente sederti al mio tavolo insieme a me.

Liberamente ispirato ai versi di Rose Karemi Ponce