Psicologia

I pensieri negativi e le lamentele colpiscono il tuo cervello

Publicato da
Deborah Doca

“Ogni volta che pensiamo produciamo sostanze chimiche, Se abbiamo pensieri positivi, elevati o pensieri felici, produciamo sostanze chimiche che ci fanno sentire bene o felici.

Ma se abbiamo pensieri negativi o cattivi pensieri o pensieri insicuri, produciamo sostanze chimiche che ci fanno sentire esattamente come pensiamo.

Quindi ogni sostanza chimica che viene rilasciata nel cervello, è letteralmente un messaggio che alimenta il corpo fisico. Ora il corpo inizia a sentire il modo in cui stiamo pensando. ”
(Joe Dispenza)

Basta uno sguardo a qualsiasi sito di recensioni dei consumatori per notare che le persone hanno maggiori probabilità di notare un’esperienza negativa rispetto ad una positiva.

Spesso dopo aver avuto un’esperienza negativa in un ristorante, o con un rappresentante del servizio clienti di un’azienda, una persona è più incline ad andare online e scrivere una recensione terribile. Al contrario, dopo aver vissuto un’esperienza piacevole, si recensisce molto meno frequentemente.

La stessa cosa accade nelle nostre vite. La maggior parte delle persone, pur vedendo andare bene le proprie cose, parleranno sempre di quelle poche che non vanno come vorrebbero.

Sembra che i nostri cervelli siano molto più allenati a concentrarsi su ciò che accade di ‘sbagliato’ nelle nostre vite, piuttosto che sulla dimostrazione che le cose stanno andando ‘bene’.

Ma perché accade questo? E quale effetto avranno le continue lamentele sui nostri corpi e sul nostro cervello nel tempo?

È possibile ricablare il nostro cervello per iniziare a concentrarci su ciò che è positivo e non su tutto ciò che negativo?

Nel suo libro, “Buddha Brain – The Practical Neuroscience of Happiness, Love and Wisdom”, Rick Hanson, ha dichiarato:

“Il ituo cervello ha un pregiudizio negativo incorporato, genera uno spiacevole sottofondo di ansia, che per alcune persone può essere abbastanza intenso; l’ansia rende più difficile attirare l’attenzione verso l’auto-consapevolezza o la pratica contemplativa, dal momento che il cervello continua a scansionare per assicurarsi che non ci siano problemi “.

Per la maggior parte delle persone e specialmente per coloro che vivono inconsciamente, la scansione di presunti problemi avvengono a un livello così sottile che probabilmente non hanno idea di ciò che sta accadendo.

La mente subconscia vive ogni momento e affronta nuove persone, luoghi e cose esaminando come prima cosa le potenziali minacce.

A livello conscio questo può manifestarsi non permettendo a noi stessi di essere troppo felici per qualcosa o aspettandosi e preparandosi al peggio.

I “predatori ” dei nostri giorni sono le emozioni dolorose.

Che qualcuno ci spezzi il cuore, ci critichi, lo spettro di un fallimento, la perdita di una persona cara… sono tutti esempi di pensieri che spesso si rincorrono nella nostra mente e non è certo che si verifichino.

Affrontiamo la vita con uno stato di mancanza piuttosto che di abbondanza.

La minaccia di “non avere abbastanza” è ciò che spinge molti di noi a dipendenza, shopping compulsivo, eccesso di cibo, ecc.

Usando tecniche quali la meditazione, esercizi di respirazione profonda e consapevolezza nella vita di tutti i giorni, saremo in grado di vedere quali sono i nostri predatori ‘moderni’.

Bisogna prestare attenzione a quali pensieri, situazioni o convinzioni sollecitano la nostra risposta “combatti o fuggi”, o innescano l’inizio dei modelli di pensiero negativi che si ripetono in loop nel nostro cervello per tutto il giorno.

Ricablaggio del cervello per un pensiero positivo

Ogni pensiero, sentimento, esperienza, sensazione fisica che attraversiamo forma una rete di neuroni nel nostro cervello.

Le esperienze che ripetiamo più spesso, scatenano i pensieri e le emozioni che associamo a quella particolare esperienza indipendentemente dal momento presente.

Se non viene controllato, un piccolo pensiero o emozione negativa, può innescare un ciclo infinito di schemi di pensiero negativi che si svolgono in loop nel nostro cervello per tutto il giorno.

Usando la consapevolezza per creare davvero uno spazio tra la nostra consapevolezza e i pensieri stessi, possiamo premere il pulsante ‘pausa’ prima che i pensieri inizino a prendere vita da soli.

Una volta che abbiamo creato una certa consapevolezza intorno ai nostri modelli di pensiero, dobbiamo rispondere con una vibrazione che è molto più alta dei pensieri stessi.

Energeticamente parlando, gli strumenti più potenti che dobbiamo usare in risposta alle nostre lamentele, sono l’amore e la gratitudine.

Entrambe queste emozioni hanno una frequenza più alta di preoccupazione e paura.

Per quanto possa sembrare sciocco, pensiamo un “grazie” e “ti amo” ogni volta che si presenta un pensiero negativo.

Immaginiamo il nostro io come un essere di luce, che è qui per amare incondizionatamente tutte le emozioni, i pensieri, i comportamenti…

Iniziamo ad avvicinarci a ciascuno di questi come a un’altra parte del nostro bambino interiore che non è mai stata abbracciata prima.

Immaginiamo la paura di un bambino costantemente zittito o scacciato, la tristezza di un bambino che non hai mai ricevuto attenzioni o complimenti per le sue opinioni.

La luce del nostro essere è liberatoria e può liberare ogni emozione offrendole amore, attenzione e sostegno.

Cominciamo anche a riscrivere il nostro subconscio per cercare ogni giorno ancora più cose di cui essere grati.

Nuove reti neurali possono essere create sulla base di emozioni positive e sulla gratitudine.

La vita quindi inizia a riflettere su di noi la nostra nuova felicità ritrovata e la nostra disposizione amorevole.