Psicologia

Non è pigrizia: sei demotivato!

Publicato da
Deborah Doca

Molte persone nel momento in cui devono affrontare una sfida, un compito, ma anche semplicemente il lavoro quotidiano, vengono pervase da una forma di pigrizia che finisce col prendere il sopravvento.

Poste di fronte alla domanda sulla possibili cause, spesso si discolpano dicendo ” sono fatto così, sono pigro”.

Finendo per auto-alimentare quello stile di comportamento e rimanendo quindi vittime di un pensiero, più che di una effettiva stanchezza che impedisce di fare.

Perché, dunque accade tutto ciò? Perchè non agiamo?

Diverse linee di pensiero degli studi condotti dalla psicologia indicano che la causa principale è la mancanza di motivazione.

Di una spinta interiore che, non solo non faccia sentire una forma di stanchezza, ma al contrario faccia sentire la persona viva, energica, pronta ad affrontare qualsiasi salita.

Quando predomina il pensiero secondo cui ci si interroga ripetutamente se ne valga la pena fare quello sforzo, significa, in sostanza, che la motivazione non solo è debole, ma che l’aspettativa di gratificazione non ha la forza tale di fare vincere lo stato di pigrizia nel quale si vegeta.

Senza entrare nel merito di un approfondimento che metta in campo non solo i costi ed i benefici, quindi sforzo e ricompensa, ma anche fattori come responsabilità e dovere, quindi qualcosa che esula dalla possibilità o meno di fare, perchè non è in discussione il fare, qualora sia una responsabilità farlo, vediamo come si possono trovare gli spunti giusti per vincere questi stati di scarsa motivazione.

1- Credere fermamente nelle proprie motivazioni

È il primo passo, quello però fondamentale. Se una persona, supponiamo decida di alzarsi presto al mattino per andare a correre, non crede che sia possibile, perchè pensa che non riuscirà ad opporsi alla tentazione di stare un’altra oretta sotto le coperte, è certo che dopo un paio, forse, di tentativi, riprenderà il proprio tram tram quotidiano.

Per riuscire a motivarsi occorre: non porsi obiettivi troppo ambiziosi.

Meglio piccoli, ma costanti passi in avanti. Quindi, per tornare all’esempio di prima, non alzarsi tutte le mattine, ma cominciare con un paio la settimana.

Capire che questo è raggiunto produce incoraggiamento, auto-stima, e si procederà con sempre maggiore convinzione.

È l’effetto della dopamina, l’ormone che spinge a cercare gratificazione.

2- Concentrarsi sui benefici che si avranno

Manteniamo lo stesso esempio citato in precedenza. Perchè alzarsi per andare a correre?

Per un fatto estetico? Per essere più in forma fisicamente? Per tutta una serie di benefici.

Ora, l’abitudine, la consuetudine, automaticamente, porteranno a pensare che lo stesso risultato è raggiungibile anche con la dieta, o con qualche trattamento miracoloso.

E smonteranno la motivazione di base. Se si riesce ad essere coerenti, immaginando i reali benefici che una pratica come quella sportiva riesce a portare, quindi forma fisica, tono muscolare, salute, si visualizzerà come essa non è paragonabile alle altre, e si riuscirà a ” vedere” il proprio corpo ed il proprio benessere, così da non cadere di nuovo vittima delle voci interiori che consigliano di rinunciare.

3- Anticipare gli ostacoli

È chiaro, anche naturale che ci saranno tanti e tanti ostacoli tra gli obiettivi e la forza di riuscire a raggiungerli.

La sveglia sarà la scusa preferita per rimanere a letto dicendo a se stessi che non ha suonato, o che era inceppata! Allora, sapendo questo, occorre non solo sapere che ci saranno ostacoli da superare, ma bisogna anche prevenirli.

Come? Molto semplice: posizionando la veglia a qualche metro, e lasciando il volume al massimo!

Si sarà costretti ad alzarsi, e fare anche un minimo di fatica per riuscire a spegnerla, ma sarà sufficiente perchè si saranno già abbandonate le coperte calde!

4- Visualizzare se stessi e immaginare come dovrebbe essere il comportamento corretto da tenere.

Amar Cheema e Rajesh Bagchiha, due psicologi, hanno fatto ricerche sulle tecniche chiamate di visualizzazione, utili per tenere alta la motivazione e raggiungere, sempre gradualmente, i propri obiettivi.

La tecnica consiste nel chiudere gli occhi e vedere se stessi in terza persona, cosa si fa e come.

E quindi dalla sveglia che suona, come ci si prepara, vedersi già fuori casa ed in azione durante la corsa. Infine belli soddisfatti sotto la doccia pronti per la giornata alle porte.

In questo modo si attivano ormoni e sensazioni che contribuiscono a rafforzare la motivazione, contribuendo ad abbassare, sino ad annullarle, tutte quelle voci che remano contro.

Non è impossibile raggiungere un obiettivo, occorre solo coltivare la giusta motivazione!