Nulla accade per caso, tutto avviene per una ragione e come recitava Romano Battaglia in uno tra i suoi più profondi e illuminanti pensieri: Le coincidenze a volte sono i segnali misteriosi della vita ai quali bisogna credere. Ergo: il caso non esiste.
A tutti sarà capitato di vivere qualcosa di inaspettato e poi ricordare quell’avvenimento, ripensando a cosa lo avesse apparentemente determinato, come un intreccio di situazioni, persone, fatti che sembravano disegnati dal destino.
Molti diranno “semplici coincidenze”, mentre altri vedranno in questo mosaico un segno, come la mano di artista invisibile, che ha messo i colori sulla tela della vita.
Julius Verne amava dire: “Alcune strade portano più ad un destino che a una destinazione.”
Come a sottolineare non un percorso segnato o pianificato, quanto indicazioni, suggerimenti, messaggi che possono essere letti impiegando quella capacità personale chiamata sensibilità.
Facciamo chiarezza per non essere fraintesi. Non si tratta, come dicevamo, di pensare o credere che la vita sia qualcosa di scontato, se affermiamo che non esistono le coincidenze.
Ogni individuo è dotato della facoltà più grande, quella che si definisce libero arbitrio.
E quindi, proprio per questo, è libero, padrone di se stesso.
Ma ogni persona possiede, se solo sapesse distaccarsi dal frastuono della vita contemporanea, un’altra grande facoltà.
Quella di saper cogliere segnali, leggere oltre l’immediatezza, riflettere con maggiore profondità sulle cose che accadono, le situazioni che si vivono.
Jung definiva questo come sincronicità dei fenomeni, ma già nell’antichità culture millenarie, dai Celti agli Esseni, possedevano la sensibilità per leggere la trama che determinati segnali possedevano per la vita degli individui.
Questi eventi sincronistici, come spiegato da Jung, costituiscono una sorta di mappa per orientarci verso il nostro equilibrio interiore, per invitarci alla riflessione, correggere la direzione, capire meglio il senso che abbiamo nella vita.
Se la vita di ogni persona, consapevole o meno, é non solo unica, ma l’intreccio di diverse esperienze, a volte fluide – altre sovrapposte, un evento improvviso, inaspettato , apparentemente senza significato, può essere quella spinta che ci indica un percorso o un suggerimento per cambiare direzione.
Mai sotto forma di imposizione, proprio perché gli artefici delle nostre scelte rimaniamo noi, come è giusto che sia.
Pensare che un avvenimento sia qualcosa di diverso da una semplice coincidenza, non significa come qualcuno un po’ rozzamente crede, diventare schiavo di qualcosa di assurdo perché non decifrabile solo con la categoria razionale.
Significa avere sviluppato una sensibilità più fine, una visione della vita non legata solo agli aspetti materiali.
Rimanendo sempre e solo noi gli artefici ed i protagonisti delle nostre scelte.
Paolo Coelho ne l’Alchimista scriveva:
“Per arrivare fino al tesoro dovrai seguire i segnali. Dio ha scritto nel mondo il cammino che ciascun uomo deve percorrere. Dovrai soltanto leggere quello che ha scritto per te”.
Leggere, non seguire necessariamente.
Capire, interpretare, non considerare obbligo.