Accadrà così, un giorno ci sarà accanto a te quella persona che hai sempre desiderato.
Viviamo tempi caotici, difficili, di amori liquidi come scriveva il grande sociologo Zygmunt Bauman.
Di molto egoismo e disinteresse per l’altro, in ogni tipo di relazione.
Questo non fa che aumentare il senso di precarietà, l’idea che tutto sia provvisorio, instabile.
Il famoso pensatore scriveva:
” Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da qualche parte, sia attento a loro”.
La capacità di raccogliersi in se stessi è diventata una pratica della quale ci si vergogna quasi, come se ogni istante debba essere vissuto con un sorriso, finto, a 32 denti, in grado di mascherare vuoti sempre più profondi nella propria anima e nella propria vita.
Eppure questa fiammella, se alimentata, è capace di illuminare, aiuta a diradare nebbie e ci mostra con chiarezza quello che si sta cercando.
A volte non occorre nemmeno rivoluzionare tutto, basterebbe solo mettere un po’ di ordine dentro se stessi per capire quali valori tenersi stretti e condividere con qualcuno.
Qualcuno che sappia mostrare come l’amore può essere buono, sano e reciproco, qualcuno che farà capire perché non avevano senso quelle ricerche spasmodiche di visibilità ad ogni costo, qualcuno che sembra materializzarsi accanto come la prova che può esistere un amore diverso, forte, profondo.
Il frutto quasi di una preghiera, la fiammella che illumina dopo giornate buie e superficiali, la risposta ad una domanda che si è fatta sempre più pressante all’interno della propria anima.
Spesso, ed normale anche se non giusto, ci si lascia trascinare dagli eventi, ci si conforma a stati d’animo che impediscono un cambiamento.
È come se fossimo noi i principali nemici od ostacoli verso una strada diversa.
E più si continua su questa china, maggiore è il divario tra quello che si desidera e ciò che, invece, è.
Un passato scolorito, un dolore vissuto non possono decretare il finale di una ricerca importante. Sono tappe che devono insegnare, non verdetti inappellabili e definitivi.
Bella ed illuminante la risposta che Gibran descrive alla domanda ” Parlaci della bellezza”:
” Dove cercherete e come scoprirete la bellezza, se essa stessa non vi è di sentiero e di guida?”
Continuare ad indugiare su tracce che hanno condotto verso delusioni e mancanza di completezza non è il modo giusto per volere un cambiamento, anche nel rapporto di coppia.
Nessuno è destinato all’infelicità. Occorrono grandi dosi di pazienza e, soprattutto fiducia.
Non siamo fatti per restare soli, anche se l’attesa ed esperienze quasi inutili sembrano suggerirci questo epilogo.
L’invito è quello che diceva Bauman, la capacità di guardare oltre le luci artificiali e saper resettare al proprio interno.
Potrebbe essere difficile crederci quando tutto pare girare verso il lato sbagliato, ma è proprio questo il miracolo della vita!