Arriverà l’amore vero e arriverà quando avrai già conosciuto tutto ciò che c’è da conoscere dell’amore, tutto ciò che gli somiglia.
Si parla tanto di Anima Gemella, di colui o colei in grado di assicurare felicità, gioia, benessere.
È una aspettativa normale, ma sarebbe giusto riflettere su alcuni particolari.
Ci sono molte idee riguardo l’anima Gemella.
Le più, sottolineano come questa figura sia perfettamente compatibile, creata apposta per esaudire desideri.
Una certa filosofia mette invece lo sguardo sul concetto di completamento, non di pace.
Di spinta non di benessere.
Nadar Hadar Crivelli, saggista e Maestro di Cabala scrive nel suo “La Via dell’amore”:
“La ricerca della principessa perduta ( o del principe), é la ricerca della nostra via, del nostro senso.”
E non è detto che debba coincidere con un rapporto di coppia così come lo concepiamo normalmente.
Spesso, anzi, l’incontro con la persona che chiamiamo anima Gemella avviene proprio quando smettiamo di rincorrere, a volte può addirittura accadere che questa ricerca conduca solamente a se stessi.
Perché quando smettiamo la ricerca spesso affannosa di traguardi e modelli, ed incominciamo quella ” traversata silenziosa”, è lì che facciamo l’incontro più importante.
Quello che ha per soggetto il nostro sé interiore, la nostra anima. La potremmo trovare un po’ provata, ammaccata, anche ferita.
E non ci chiederà di proseguire su strade e percorsi già conosciuti, di ricominciare una giostra sfibrante di incontri e tentativi. Ci chiederà di capire, comprendere.
Ci insegnerà che tutto era necessario perché si potesse arrivare a quell’incontro, e ci aiuterà non solo a rimettere ordine, ma a trovare pace ed equilibrio.
In quell’istante si proverà anche la capacità di ringraziare, di dedicare un pensiero a tutti coloro che ci hanno spinti ad arrivare sino lì.
Persone che era necessario conoscessimo, frequentassimo, abbandonassimo per ricercare la parte nascosta di noi, meno conosciuta proprio a noi stessi.
In quella situazione, liberi da obblighi e condizionamenti, saremo allora in grado di riconoscere l’altra metà di noi.