La regola dei 3 Presenti altro non è che una serie di considerazioni e suggerimenti utili a chiudere un ciclo della vita per passare ad un altro.
Una delle cose più difficili da fare è riuscire a chiudere un ciclo della vita, a cambiare direzione, ad uscire da quegli stadi che sembravano dare sicurezza e confort mentre in realtà stavano svilendo una persona.
Per riuscire a farlo occorrono determinazione e coraggio, qualità che non sempre si hanno a portata di mano nei momenti delicati, soprattutto perché, solitamente, si arriva in quelle situazioni stanchi ed anche demotivati.
E quindi l’abitudine, i ricordi, a volte anche un senso di stizza fanno da barriera verso l’uscita, impediscono alla persona di compiere quel processo di pulizia e rinnovamento essenziale per proseguire lungo il proprio cammino.
Compiere questo percorso significa sicuramente lasciare andare qualcosa, abbandonare pensieri o anche persone causa di malessere e negatività.
È proprio questa fase , quella cioè tra un passato doloroso e pesante ed un futuro che ancora non conosciamo che spaventa, e che in maniera subdola ci tiene legati.
Un approccio costruttivo per uscire da questa impasse tra passato e futuro si chiama presente, e questo spazio può essere vissuto come momento di esame e riequilibrio interiore, come una sorta di ” intervallo” tra due tempi.
Lo scrittore Coelho ha dedicato un bel saggio a questo tempo, ed identifica questo momento importante con quelli che definisce i 3 presenti.
Situazioni necessarie, non sempre facili, ma sicuramente determinanti per compiere un passo in avanti nella direzione di se stessi, e del vero senso della propria vita.
1- La prima fase si può definire come Lutto
Perché dobbiamo staccarsi, lasciare andare, e sappiamo benissimo quanto questo processo sia difficile ed anche doloroso.
Il lutto nella cultura contemporanea é sentito come perdita, perché associato alla morte.
Antiche filosofie e pensieri diversi definiscono questo passaggio come ritorno, ed è su questo che occorre concentrarsi.
Un elemento importante, in questa fase, consiste nel fare un resoconto sincero di quello che vogliamo lasciare, della situazione che ci ha tenuto prigionieri così a lungo.
È un lavoro con sé stessi che richiede una grande onestà.
2- La seconda fase: Attesa Costruttiva
Siamo abituati a vivere secondo il modello del ” chiodo schiaccia chiodo” , e in tante occasioni traiamo la spinta necessaria solo quando si presenta un’occasione che pensiamo migliore rispetto al passato.
È una comodità che non può essere accettata se si vuole evolvere sinceramente, se si desidera che questa fase difficile sia qualcosa che ci innalza come persone.
Riuscire a curare se stessi, andando anche in uno stato di subbuglio interiore, è lo sforzo necessario per rendere fecondo questo passaggio.
Occorre introspezione, capacità di analisi, silenzio. La voce interiore che magari era stata messa a lungo a tacere indicherà la strada da intraprendere.
3- La terza fase ovvero la Rinascita
Più consapevole perché vissuta dopo passaggi delicati e non semplici, e però sicuramente autentica, meno annacquata da compromessi e paure di circostanza.
Rinascere significa, anche secondo il pensiero della Kabbala, ritrovare se stessi, ciò che riguarda in maniera autentica il cammino personale.
Rispetto ai passaggi precedenti si ricominciano a muovere i passi, si riprende il cammino una volta usciti dal momento del lutto e dellintrospezione.
Non saranno ancora decisi e baldanzosi ma sicuramente più consapevoli , e per questo più importanti.
Riflessioni importanti, da condividere con i vostri amici!