Vivi da persona libera, ama rispettando, condividi senza pretendere, sostieni senza invadere.
Viviamo un’epoca nella quale termini come libertà, dignità … sono citati spesso inutilmente, perchè il rispetto, vero, e il disinteresse, non abitano nella gran parte dei casi queste nostre giornate.
Anzi, i termini dei rapporti sono sempre più determinati dal concetto di possesso, di forza, sia fisica, che economica, che nulla hanno a che vedere con valori come libertà, disinteresse, gratuità.
Un bellissimo testo di qualche anno fa parlava dell’etica del dono.
Cioè di quel modo di intendere la vita, presente in alcune etnie definite aborigene ancora oggi, non fondato sull’utile e sui rapporti di forza, ma sulla libertà e gratuità delle scelte.
Una scelta è libera realmente quando viene fatta non per guadagno, ma per il piacere di farla.
In realtà, dietro queste parole troppo spesso ormai prive del loro significato, parole come libertà, amore, condivisione, si nascondono comportamenti o violenti, anche se mascherati, o voragini individuali in termini di autostima, carattere, nobiltà d’animo.
Si confonde l’amore con l’attaccamento, che poi sfocia in possessività.
Amare una persona significa volerla e lasciarla libera, incoraggiarla nelle sue scelte.
Da non confondere con accettazione passiva di qualsiasi sua scelta, ma questo è un altro paio di maniche.
Due persone libere e mature condividono in sintonia e sanno rinunciare a quel pizzico di egoismo che caratterizza comunque l’essere umano, cosa diversa dal pretendere scelte o atteggiamenti che spesso sono imposte da canoni e vedute che nulla hanno di libero e dignitoso.
Piu’ tendiamo a limitare e più abbiamo bisogno di controllare.
Non è un caso che le più diverse tecnologie che ormai invadono le nostre vite sono tutti sistemi volti, più o meno consapevolmente, al controllo.
Quando non esisteva il cellulare non ci si sognava ogni 10 minuti di correre alla cabina telefonica a telefonare!
Una sorta di piovra psicologica ed esistenziale che fonda i rapporti su questo schema, e che al fondo manifesta tutta la nostra insicurezza e fragilità.
Non una fragilità artistica, come può essere un cristallo o la porcellana, ma un deficit di carattere e sicurezza che rivela lo stato dei nostri tempi.
Invece di spendere tanto tempo ed enormi energie volte a controllare, giudicare, possedere, sarebbe molto più costruttivo investire queste risorse nel cercare di migliorare se stessi, capire il proprio valore a prescindere dal successo economico e dagli abiti firmati.
E a quel punto si potrà realmente vivere un rapporto libero, dignitoso e gratificante.
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