Relazioni

La ghiandola Pineale: la nostra connessione con il cosmo

Publicato da
Deborah Doca

La ghiandola pineale, altrimenti nota come il nostro terzo occhio, è responsabile di molto più di quanto ci è stato insegnato a capire.

Questa piccola area del nostro cervello a forma di cono di pino (che è il modo in cui ha ottenuto il nome) potrebbe effettivamente essere la chiave per un nuovo mondo di comprensione, sotto tutti gli aspetti.

La ghiandola pineale si trova nel centro del nostro cervello, tra i due emisferi separati.

Questa particolare area del cervello è responsabile della produzione di melatonina derivata dalla serotonina che determina tutta una serie di effetti positivi per il nostro corpo.

È responsabile della connessione tra la nostra sfera fisica e quella spirituale, consente uno stato di unità che apporta equilibrio, benessere, e la capacità di comprendere intuitivamente situazioni e persone.

Attraverso la pratica della meditazione, dello yoga, in grado di aiutarci a mantenere allineati i chakra, si può con maggiore facilità attivare questa area.

Quella che l’antica Cabbala definiva come conoscenza unificante, ponte tra la parte spirituale e quella prettamente fisica.

Vari insegnamenti antichi mostrano che con la pratica avanzata, è possibile anche controllare i pensieri e le azioni di altre persone nell’ambito fisico, nonchè la proiezione astrale e la visione a distanza.

Sempre secondo antiche dottrine, l’eccesso di conoscenza ed il bisogno di ricondurre tutto a razionalità sono responsabili di una specie di offuscamento di questa parte del nostro essere,

relegata ai margini e messa in condizione di non poter esprimere il proprio potenziale.

Pare che nella vecchia Unione Sovietica fossero condotti studi su questa facoltà posseduta dalle persone, che portò ad una serie di conclusioni ed informazioni tenute però nascoste.

Sarebbe emerso che il fluoruro di sodio verrebbe filtrato dalla nostra ghiandola pineale, ostacolandone però la sua attività.

Riempendo la nostra ghiandola pineale di fluoruro di sodio, si va a sminuirne il potenziale.

Noi beviamo nell’arco della nostra vita sostanze che detengono quasi il 90% di fluoruro di sodio, e non vi è modo di riuscire a filtrare questa autentica spazzatura. Occorrerebbe distillare l’acqua o praticare l’osmosi inversa.

Ci sono verità nelle nostre menti, capacità, intuizioni.

Tutte caratteristiche certamente personali e differenti, ma comunque potenzialmente attive e presenti. Non sono fantascienza e non è la moda di qualche filosofia New Age a dimostracelo.