Comportamento

Se non riesci a parlare bene di qualcuno, stai zitto.

Publicato da
Deborah Doca

Se c’è una cosa che ho imparato con l’età e nel corso degli anni, è l’arte del vivere insieme.

E prima di imparare, come tutti, ho fatto molto errori.
Tuttavia, nel tempo e dopo tante incomprensioni, si acquisisce un certo tipo di eleganza e di cortesia che vanno oltre l’educazione.

È qualcosa di sottile, ma che fa una grande differenza e che inizia con la capacità di ascoltare piuttosto che parlare e soprattutto, di tenersi lontano dai giri di pettegolezzi.

Quando apro la bocca per parlare male di qualcuno, la mia energia è incanalata verso la meschinità, l’arroganza, il giudizio futile e sterile.

Questa cattiva energia rimane dentro di me ed è con essa che mi nutrirò, lavorerò, riposerò.
E non mi rendo conto di aver sprecato la mia vitalità, i doni che ho ricevuto da Dio, la possibilità di usare la parola per qualcosa di più assertivo e produttivo.

La vita è già così complicata, cerchiamo ogni giorno di vincere le nostre battaglie personali …. Se non siamo in grado di inviare energie positive e buoni pensieri a favore delle persone, è meglio tacere.

Il silenzio è un gesto di saggezza, di incontro con ciò che è veramente importante e deve essere portato avanti, della ripresa dell’equilibrio, della rigenerazione del dolore e della ricerca del benessere.

Nessuno sa cosa riserva il futuro.
E per quanto si possa definire un vecchio cliché il detto “la ruota gira”, non possiamo escludere che tutto ciò che abbiamo rimproverato e condannato nella vita degli altri si verifichi nella nostra vita.

Amo la frase di Fernando Pessoa che recita:
“Segui il tuo destino, innaffia le tue piante, ama le tue rose. Il resto è l’ombra di alberi estranei. ”

Prenditi cura della tua vita, affronta le tue difficoltà, correggi i tuoi difetti, affina le tue qualità e guarisci le tue ferite anziché lottare attraverso la vita degli altri, preoccupandoti di ciò che l’altro fa o non fa.
“Prima di criticare il granello di sabbia nell’occhio del tuo vicino, guarda la trave che è nel tuo.”

C’è così tanto da fare in casa nostra, che non dovremmo puntare il dito verso la casa del vicino!

Abbiamo così tante possibilità di migliorare noi stessi come esseri umani, come esseri spirituali, praticare carità, generosità e compassione, che non dovrebbe esserci il tempo per le recriminazioni, i giudizi, l’ ipocrisia… per giudicare.

Tutto ciò è disorganizzazione, perdita di concentrazione, allontanamento da quello che è il vero motivo per cui siamo venuti al mondo: amare e essere amati.

Ogni giorno siamo bombardati da ondate di indignazione collettivae siamo tentati di riprodurre quella rabbia, questa indignazione, quel risentimento.

Ma dovremmo proteggerci da questi messaggi di odio e segregazione. Dovremmo cercare un luogo di silenzio dentro di noi e di nuovo connetterci con ciò che è importante, con ciò che ci lega a Dio, con ciò che aggiungerà qualcosa di buono nella nostra vita.

Abbiamo tutti bisogno di essere ascoltati. Parliamo di una relazione che non sta andando bene o di un malessere che ci ha colpito. Ma dobbiamo farlo nel modo giusto, aprendo il nostro cuore alla persona giusta, che ci ascolterà con discrezione e cura.

Questo è diverso dallo spettegolare, giudicare, diffondere pettegolezzi senza uno straccio di responsabilità.

Quasi tutto nella vita può essere praticato e diventare abitudine. Proprio come siamo condizionati a parlare male degli altri, imparando dai cattivi esempi che abbiamo avuto nella vita, possiamo raccogliere le nostre sedie dal marciapiede e iniziare a praticare la semplice abitudine del tacere.

Non entrando nel giro dei pettegolezzi, non mettendo più benzina sul fuoco;
non cadendo in tentazione mormorando contro gli altri alle loro spalle;
non occupando il nostro tempo prezioso divertendoci a giudicare.
Tacere e aprire i nostri cuori solo alle persone degne di fiducia.

Infine c’è un detto che recita:
“Non sputare nel piatto dove hai mangiato”.

Quindi, prima di diffamare qualcuno che ti ha reso felice, che è stato importante per te, che ha avuto un ruolo nella tua vita, fermati e rifletti.

Se c’era un legame, una connessione, persino uno scambio di favori, non è giusto o degno parlarne male.

È inopportuno, scorretto, inelegante, volgare.
E anche se sei stato ferito o deluso, non rendere pubblico il tuo dolore, la tua delusione, la tua rabbia o la tua tristezza.

Impara che il silenzio può essere la risposta migliore.
Impara l’arte di socializzare e impara l’eleganza dell’essere discreto.