Riflessioni

La parabola del licenziamento della formica immotivata

Publicato da
Deborah Doca

C’era una volta una formica che ogni mattina si recava presto nel suo ufficio.
Svolgeva il suo lavoro con dedizione e attenzione e per questo eccelleva.
Era produttiva e felice!

Un giorno, il direttore vespa, vedendo che la formica svolgeva così bene il suo lavoro pur non avendo un supervisore, ebbe un pensiero:

“Se la formica è così produttiva senza la supervisione di qualcuno, lo sarebbe ancora di più se invece ne avesse uno! ”

Quindi il direttore stabilì che lo scarafaggio le facesse da supervisore. Questi era molto competente e svolgeva il suo ruolo in modo impeccabile.

Nella sua nuova funzione la prima misura che prese lo scarafaggio, fu quella di regolare l’orario di entrata e di uscita della formica.

Quindi le fornì una scrivania per aiutarla a tenere i registri e chiamò un ragno affinché organizzasse i documenti e rispondesse al telefono.

Il direttore vespa era felice che il lavoro aumentasse di qualità e a basso costo.
Ne discusse anche in alcune riunioni mostrando i grafici del grande miglioramento.

Intanto, per meglio adempiere alla sua funzione, lo scarafaggio assunse una mosca e acquistò più attrezzature.

La formica, che una volta era così produttiva e felice del suo lavoro, cominciò a sentirsi oppressa tra tante carte, apparati e riunioni.

Con il reparto in piena fase di sviluppo, il direttore vespa pensò che fosse arrivato il momento di assumere un direttore di zona.

Scelse quindi la cicala che essendo molto esigente, si mise subito ad esaminare l’ufficio della formica.

Non passò molto tempo prima che la nuova manager sentisse la necessità di attrezzature personali e di una assistente.
Assunse quindi la pulce, che aveva già lavorato con lei in precedenza.

Insieme studiarono una strategia di miglioramento per il reparto e un controllo del bilancio per l’area in cui lavorava la formica.
Intanto la poverina, diventava ogni giorno più triste e sfiduciata.
Non cantava più …

Un giorno lo scarafaggio parlò al direttore vespa della possibilità di investire dei fondi in un nuovo progetto per ottimizzare il tempo.

Il direttore vespa si mostrò subito d’accordo, ma analizzando le finanze dell’azienda per stabilire il fondo, si accorse che la formica non era più produttiva come una volta e i guadagni dell’azienda erano scesi notevolmente.

Per questa ragione assunse il gufo, che era un consulente molto noto nell’ambiente delle finanze.
Il direttore vespa gli chiese di fare una diagnosi della situazione.

Il gufo lavorò per tre mesi su questa diagnosi e nella sua ampia relazione di conclusione, scrisse che la società aveva un numero troppo alto dipendenti, alcuni dei quali, inutili.

Era giunto il momento di licenziare qualcuno e indovinate chi fu l’unico dipendente a perdere il posto di lavoro?
Si, avete indovinato, la formica.

La poverina era molto cambiata negli ultimi tempi, si sentiva demoralizzata e immotivata a causa di tutti quei cambiamenti e quelle assunzioni.
Non riusciva più a concentrarsi e a tenere il passo con la compagnia.

Morale della storia:

il direttore, rendendosi conto dei grossi guadagni che la formica portava all’azienda, fu preso dall’avidità e senza pensare alle necessità e ai bisogni della sua dipendente, pensò solo ad incrementare i guadagni e ad assumere altro personale.

In tutto questo dimenticò di fare la cosa più importante: prendersi cura e investire soprattutto in chi aveva contributo a far crescere l’azienda.

La formica, sentendosi demotivata e inibita de tante novità, iniziò a produrre meno e presto venne “scartata”come se si trattasse di un problema.

Tutto questo, spesso, accade anche nella vita reale.
Quando intrecciamo nuove relazioni, tendiamo a trascurare e a svalutare quelle persone che sono con noi fin dall’inizio.

Pensiamo solo ai nuovi amici, alle novità e così giorno dopo giorno, distruggiamo i rapporti più autentici e che tanto ci hanno aiutato durante la nostra vita.

Riflettete con saggezza su questa parabola e condividetela con i vostri amici, lo apprezzeranno!